Prima squadra

Gessa: "Se Zeman ha accettato è perchè ci crede. Ne vedremo delle belle"

"Secondo me il boemo ha puntato tutto sui playoff"

26.04.2023 08:02

“Non ho ancora avuto modo di andare a trovare mister Zeman al Poggio degli ulivi o a Silvi. Gli ho mandato qualche messaggio, ma lui non ha un grande rapporto col telefono... Ho ancora un po' di nostalgia entrando al Poggio, ogni volta è così. Non mi sento ancora pronto, ma ho voglia di riabbracciarlo e rivederlo”. Parla così Andrea Gessa, ex calciatore del boemo nella Zemanlandia biancazzurra 2011-12 e suo collaboratore, in qualità di Team Manager del Delfino, nella seconda avventura pescarese del demiurgo di Praga. Facente parte del ristretto club di giocatori che in maglia Pescara hanno collezionato due campionati vinti - come Andrea Camplone, Giacomo Dicara, Rocco Pagano, Gianluca Caprari, Damiano Zanon, Marco Sansovini e Giacomo Ventura (dieci anni di militanza, dal ’66 al ’76, e oltre 90 presenze, è l'unico portiere ad avere conseguito due promozioni consecutive dalla serie D alla serie B) - ora Coordinatore Tecnico del settore Giovanile del Penne, Gessa segue ancora con grandissimo affetto le vicende del Delfino. Ed ha le idee chiare. “Mister Zeman sa fare bene i conti, se ha accettato di subentrare, cosa che non gli piace tanto perchè a lui piace avere un gruppo dall'inizio della stagione, è perchè ha capito che, consolidati i playoff a prescindere dalla posizione, con poco tempo avrebbe avuto i frutti del primo periodo di lavoro”, è l'opinione di Gessa. “Il vero Pescara del dopo Colombo secondo me non si è ancora visto, lo vedremo però negli spareggi. Zeman ha accettato di tornare sapendo che, lavorando molto da subito fisicamente, durante le partite di campionato avrebbe avuto qualche battuta d’arresto all'inizio, ma poi avrebbe messo il turbo ai playoff che sono un altro campionato. E quindi secondo me adesso ne vedremo delle belle, perchè Zeman ha puntato sin dagli inizi sul post season ed è plausibile che in questo frangente si possa iniziare a volare. La squadra tecnicamente c'è ed ha caratteristiche ideali per il suo calcio, quindi credo che il Pescara possa davvero dire la sua”. Ci sono 2 elementi di contatto tra le esperienze pescaresi di Gessa con Zeman ed il Delfino attuale: Brosco, suo compagno di squadra nel 2011-12, e Crescenzi, già giocatore biancazzurro quando l'ex esterno affiancava il boemo in qualità di Team Manager. Avere giocatori, ora esperti, che già conoscono le sue metodologie quanto può essere un valore aggiunto? “E' un punto a favore molto alto, a mio parere”, risponde sicuro Gessa, “come in tutte le squadre anche in questa c'è bisogno del giusto mix tra incoscienza dei giovani e consapevolezza dei più maturi ed esperti, che poi era anche un punto di forza nel 2011-12 con Zeman e poi nella cavalcata in A con Oddo in panchina. Con Riccardo (Brosco, ndr) ci vediamo spesso al bar e ci facciamo delle risate incredibili ricordando i vecchi tempi. Tornando alle questioni di campo, miscelando bene come sa fare il mister giovani e senatori con le loro qualità il risultato potrebbe dare un fattore vincente su molti aspetti. Nel 2011-12 Brosco era un ragazzo assai giovane, adesso è uno dei più esperti e si trova a dover tirare il gruppo come facemmo noi all'epoca, penso al periodo delle 5 sconfitte consecutive, con il dramma di Morosini in mezzo, prima del filotto finale iniziato con il 6-0 rifilato al Padova in trasferta. In situazioni di scarsa euforia, o di pochi risultati o di timore generale oppure di motivazioni non al top, serve un gruppo forte e con elementi di esperienza, come possono essere oggi Brosco, Crescenzi ma anche Mora, che possano trascinare e gestire le emozioni come rabbia o paura”

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