Rubriche

Full Metal Zeman - CHI SBAGLIA PAGA

L'altra rubrica di PS24 insieme al Gruppo Zeman

13.09.2023 00:01

Riecco il primo appuntamento stagionale con una delle rubriche firmate insieme agli amici del Gruppo Zeman. Questo è Full Metal Zeman, la rubrica firmata da Gioacchino Piedimonte, che è uno degli editorialisti di punta del GZ e che da anni ci onora del suo punto di vista assai peculiare. Buona lettura!

CHI SBAGLIA PAGA

Quanto è stato difficile accendere una nuova stagione. Svegliarsi definitivamente dopo gli incubi di qualche mese fa pensando di essere ancora avvolti nel buio profondo, riuscendo però con la coda dell’occhio ancora pesante e riluttante alla totale apertura a cogliere un leggero e luminoso fascio di luce attraverso la finestra. Il segnale giusto al momento giusto. Esattamente ciò che serviva per scacciare i demoni dalla porta principale e realizzare che, anche se i verdetti più cupi e apparentemente letali non possono essere mai archiviati e dimenticati del tutto, al di là di essi c’è sempre un sentiero inesplorato pronto ad essere battuto, una serie di fogli bianchi su cui continuare a scrivere e a riscrivere, animati da uno spirito che si credeva essere smarrito.
E infatti siamo tornati tutti. Cioè, non proprio tutti. Facundo Lescano, Hamza Rafia, Aristidi Kolaj, Marco Delle Monache, Luca Palmiero, Erdis Kraja, Matija Boben, Alessandro Crescenzi, Tommaso Cancellotti, Gianluca Germinario e Jacopo Desogus, per motivi e circostanze diverse, hanno beneficiato di nuove opportunità. Può sembrare paradossale e forzato, ma per quanto appena detto il processo di ripartenza a tutti gli effetti e appunto di riazzeramento doveva necessariamente andare a stimolare il concetto di rivoluzione. Servirà del tempo, come in tutte le cose importanti e di valore, per trovare stabilità all’interno di questa nuova dimensione. Servirà del tempo per assorbire la convinzione che anche solo con 2-3 giocatori di cui sopra e con Zeman dal giorno 1 lo scorso anno si sarebbe tenuto il passo del Catanzaro. Rimuginare non porta a niente se non alla ripresentazione degli stessi demoni allontanati con enorme fatica. 
Il taglio del nastro all’Adriatico è stato scintillante: tre gol in appena un tempo per liquidare la Juventus Next Gen, con l’asse Accornero-Cuppone sugli scudi. Esordio stagionale, verrebbe da dire, tipicamente zemaniano. 
Il match del Curi contro il Perugia invece, valevole per la seconda giornata di campionato, ha rappresentato subito un test interessante, con di fronte una squadra fresca di Serie B in uno stadio certamente importante per la categoria. Le novità di quest’anno non sono poche: ottimi i segnali arrivati in cabina di regia da Squizzato; positivo l’impatto di Pierno sulla dx soprattutto nell’1 vs 1 e in marcatura, con miglioramenti da registrare sia nei disimpegni che nell’accompagnamento dell’azione; eleganti e incisivi gli spunti di Accornero sul fronte offensivo. Tra l’attesa che il fiore Merola, la vera costante offensiva, si decida finalmente a sbocciare e la sfida di sicuro più intrigante per il boemo, ovvero quella di Cuppone versione centravanti chiamato a sostituire a tutti gli effetti Lescano, da sottolineare come il reparto meno soggetto a variazioni e rimasto quasi immutato rispetto allo scorso anno sia quello difensivo. Nell’economia del famoso lungo termine, sapere di poter dare un certo tipo di continuità in termini di lavoro sul campo in un settore di campo delicato come quello arretrato è un fattore che va tenuto in considerazione e che non va sottovalutato. 
I rimpianti per la partita di domenica sera sono tanti. Se è vero che il Perugia ha avuto il merito di rimanere sempre a galla ed è arrivato a conquistarsi il pareggio con un bellissimo gol di Cancellieri, la quantità e la qualità delle occasioni sciupate dai ragazzi di Zeman è stata incredibile, senza andare a scomodare le diverse potenziali situazioni interessanti non confluite in azioni pericolose per mancanza di lucidità e precisione nel momento topico. Merola prima e Cuppone poi hanno sprecato troppo, con il secondo in ogni caso lodevole per abnegazione e tenuta atletica nell’arco di tutti i novanta minuti.
La Costituzione del calcio però è emblematica, e una delle leggi meno soggette a modifiche e a rivisitazioni recita che quando ci si ritrova a sbagliare uno o più gol partendo da un contesto di vantaggio, magari anche in uno spazio temporale ristretto, si pagano sempre le conseguenze. 
Le facce della medaglia sono due. Se è giusto e legittimo che i tifosi e gli addetti ai lavori si lascino guidare dalle note positive e dalle buone sensazioni di queste primissime uscite, strizzando l’occhio al famoso calcio d’agosto non più tale solo perché siamo ufficialmente a inizio settembre, è altrettanto corretto e sacrosanto che Zeman e i suoi ragazzi concentrino la loro attenzione su quello che invece non ha funzionato, lavorando sugli errori commessi e sui loro ineluttabili effetti.
Il boemo ha sbagliato tanto nella sua carriera, e non si può dire che non abbia pagato anche con gli interessi. Dopo un epilogo così drammatico anche e soprattutto per la sua storia come quello di qualche mese fa, sarebbe ulteriormente letterario se da quel buco nero riuscisse a nascere ancora qualcosa di magico, se in questa stagione a pagare fossero soprattutto i suoi avversari sul campo.

Gioacchino Piedimonte

Commenti

I tre obiettivi di Capitan Riccardo Brosco
Accornero: “Ho accettato subito l’offerta del Pescara. E…”