Prima squadra

Due partite all'Adriatico per salvare la panchina

Il Delfino è in crisi e anche lo spogliatoio sembra mostrare crepe....

17.01.2023 10:13

Il miglior Pescara dell'ultimo periodo non interrompe la striscia negativa e colleziona il sesto ko nelle ultime otto partite. Nel posticipo del girone C di serie C, che metteva di fronte seconda e terza forza del torneo, la squadra di mister Alberto Colombo non demerita, recrimina per un rigore non comminato dall'arbitro Tremolada nella ripresa e cade solo nel finale per mano di un Crotone che resta così in scia della battistrada Catanzaro. Il punteggio finale di 1-0 è troppo severo per il Delfino, che recrimina per un rigore solare negato che sullo 0-0 avrebbe probabilmente cambiato la storia della partita e forse del periodo se non della stagione, ma al triplice fischio restano i numeri: 6 sconfitte, 1 pareggio e 1 vittoria nelle ultime 8 partite disputate a cavallo della sosta natalizia, vale a dire 4 punti conquistati sui 24 disponibili. Un andamento da retrocessione. 

Colombo ha confermato lo stesso undici visto una settimana prima contro il Latina, che certamente aveva iniziato bene ma che aveva subito una inspiegabileremuntada, trovando buone risposte da alcuni interpreti e conferme di una scarsa pericolosità delle punte in organico. Tupta non è un terminale offensivo o un centravanti boa in grado di aprire varchi per le ali e gli inserimenti dei centrocampisti, è un attaccante di manovra che tuttavia ha poca confidenza col gol, come testimonia la sua carriera. Ma lo si sapeva, il problema è fondare il reparto su di lui soprattutto in un momento come questo dove gira tutto storto e si fa una fatica terribile a concretizzare le (comunque poche) occasioni create. 

Il Pescara ha comunque approcciato meglio la gara grazie a linee corte e compatte, riconquista alta del pallone e, più in generale, una buona aggressività sui portatori di palla pitagorici, le cui fonti di gioco sono state soffocate, ed ha ha avuto la possibilità di passare in vantaggio già al 12', con una ripartenza di Cuppone. Solo il palo ha detto di no alla punta salentina, la più intraprendente ma anche la più egoista in campo in un primo tempo fortemente condizionato dal vento. Ma è stato un fuoco di paglia, perchè poi - eccetto la ripartenza 3 vs 1 sciupata da Aloi col tentativo di ungol maradoniano sul finale a provare a beffare Dini - la retroguardia di Lerda ha patito poco. Col trascorrere dei minuti il Crotone ha preso le misure alla banda Colombo, senza però mai rendersi pericoloso se non al 28' quando Chiricò si è messo in proprio e con una azione delle sue ha scheggiato il palo destro della porta difesa da un Plizzari rimasto per il resto inoperoso. Serve un episodio per sbloccare una partita bloccata ed avara di occasioni e al 53' ci sarebbero gli estremi per la concessione di un rigore al Pescara per una gomitata di Golemic a Brosco nel cuore dell'area calabrese, ma per per il direttore di gara non c'è nulla da ravvisare. Rigore netto ed espulsione, di certo la gara avrebbe preso un'altra piega (mentre sulla rete decisiva non sembra, dalle immagini, ci sia il fuorigioco invocato dai biancazzurri). E' il momento chiave di un match che segue a grandi linee il copione del primo tempo. La girandola di sostituzioni non muta la sostanza delle cose in casa Pescara (i cambi del crotone, invece, hanno ridato brio alla manovra, comunque non concreta) e proprio quando la gara sembrava incanalarsi per lo 0-0 finale, ecco al minuto 81 che Vitale di testa sorprende un Crescenzi rimasto a guardare e infila la palla alle spalle di Plizzari per il gol-partita. Con meno di 10 minuti da giocare, Colombo cambia assetto e gioca con 4 punte, ma nessuna di queste è l'unica che serviva: Lescano. E qui si entra nel caso dell'argentino, sempre più separato in casa. Come è possibile gestire una situazione in questo modo? Come è possibile non trovare un chiarimento con quello che è stato il trascionatore della prima parte di stagione e che è l'unica punta di spessore in organico? Cosa è successo realmete? Possono solo le famose dichiarazioni rilasciate aver prodotto una frattura insanabile? La società latita anche in questo. Ma cosa è successo realmente? Domande che abbiamo già posto e che non hanno trovato finora risposta. Il forcing finale è sterile e nemmeno troppo convinto, al triplice fischio resta la certezza che la crisi biancazzurra non è ancora alle spalle e che ora si dovrà necessariamente sfruttare il doppio turno interno con Viterbese e Foggia per non mettere a rischio anche il terzo posto. 

E soprattutto per salvare la panchina a mister Alberto Colombo. Lo score citato ad inizio articolo avrebbe, in altri tempi e in altre sedi oggi, già prodotto un cambio di guida tecnica. Chiaro che se non si invertisse la rotta immediatamente, il ribaltone non sarà nuovamente procrastinato. Anche perchè lo spogliatoio inizia a mostrare qualche crepa. Non ci riferiamo solo al caso Lescano, ma anche allo sfogo di Plizzari, ragazzo giovanissimo ma che viene dalla scuola Milan e che dunque sa che certe parole lasciano il segno, soprattutto se dette dopo la miglior partita delle ultime 8. Qualcosa si è rotto in generale in un Delfino che continua ad annaspare. Il terzo posto è ancora al sicuro, ma con questo trend non è blindato anche se dietro non corrono. E servirebbe oltretutto arrivare ai playoff come miglior terza per avere veri econcreti vantaggi, anche se questo Pescara - che ad inizio anno sembrava potersela giocale con tutte, non fosse altro perchè rispetto alle altre, già al top, sembrava avere ampi margini di miglioramento - ad oggi può perdere (e male) con chiunque

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