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Da calciatore di Pisa e Pescara a mister apprezzato nel mondo: la carriera di Max Allegri

04.08.2021 08:38

Non sempre i grandi calciatori riescono a diventare anche buoni allenatori. Sono parecchi i casi di stelle del passato che non riescono a confermarsi in panchina. Basti pensare ad esempio alle vecchie glorie che si sono succedute sulla panchina del Milan negli ultimi 10 anni: nessuna di loro ha avuto fortuna e tutti sono ancora alla ricerca della giusta occasione per dimostrare di poter dire la propria anche ai vertici della classifica. Per contro, ex giocatori che non si sono particolarmente distinti sul rettangolo verde avvertono una pressione minore e procedono più speditamente verso la carriera da allenatori.

Prendiamo per esempio Marcello Lippi, bandiera della Sampdoria degli anni ’70. All’epoca nessuno avrebbe immaginato che il difensore di Viareggio avrebbe sollevato i trofei più importanti a livello internazionale, dalla Champions League vinta con la Juventus alla coppa del mondo del 2006 con l’Italia. Sarà forse l’aria della Toscana, ma da quelle parti ne sono saltati fuori parecchi di allenatori convincenti: Spalletti, Sarri, Mazzarri. E Massimiliano Allegri. Già, il tecnico che dopo 2 anni trascorsi fuori dalle scene si è appena ripreso il suo posto, sulla panchina della Juventus, proprio per tornare a vincere quella Champions che manca dai tempi di Lippi.

Nato a Livorno, di ruolo centrocampista, Allegri ha conosciuto una carriera piuttosto modesta da calciatore. Per diversi anni Max ha militato nelle serie minori. L’approdo in A è arrivato solo nel 1988, con la maglia del Pisa. Solo 2 presenze, però, prima di scivolare in C2 e C1. Fu con il Pescara, a partire dal 1991, che Allegri ha iniziato a calcare con continuità i palcoscenici più importanti, rimanendo per più stagioni in Serie A. Durante la prima annata nel massimo campionato arrivarono 12 goal, bottino mai più ripetuto nel corso della carriera. Da giocatore Allegri ha lasciato il segno soprattutto nel Cagliari, dove ha militato per un paio di anni.

Dopo le parentesi di Perugia e Padova, l’attuale allenatore della Juventus ha riassaggiato la Serie A con una breve esperienza a Napoli, purtroppo terminata con una retrocessione. Sono seguite altre due stagioni in B con il Pescara e nel 2003 dopo aver giocato anche nella Pistoiese e nell’Aglianese, scendendo di categoria, Allegri appese gli scarpini al chiodo. La fortunata carriera in panchina è iniziata proprio ad Agliana, qualche mese dopo. La prima panchina importante fu quella di un’altra sua ex squadra: nel 2008 il mister tornò a Cagliari e già allora ottenne riconoscimenti importanti a livello nazionale. Nel 2010, dunque, il grande salto: il Milan cercava una figura affidabile per iniziare un nuovo ciclo dopo l’addio di Ancelotti e Allegri si presentò alla grande vincendo lo scudetto al primo anno. L’avventura in rossonero è durata per 3 stagioni e mezzo, prima che la Juventus mettesse gli occhi su di lui per sostituire Antonio Conte, chiamato a diventare ct della Nazionale.

Il resto è storia nota: Allegri ha vinto 5 scudetti, 4 Coppe Italia e 2 Supercoppe italiane tra il 2015 e il 2019, portando per 2 volte i bianconeri alla finale di Champions. Niente bel gioco o schemi cervellotici: Allegri bada alla sostanza e l’ha sempre dichiarato, a costo di risultare scontroso nelle interviste. Per questo gli addetti ai lavori e le 

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 propongono lo scenario di una Juventus destinata a tornare alla vittoria. Il secondo posto nell’ultimo campionato non è andato giù agli Agnelli. La Signora riparte per riprendersi lo scettro di campionato, ma non solo.

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