B Zona

Oddo: "Di scelte ne ho sbagliate.. La categoria non mi spaventa"

"Ho avuto esperienze negative in questi anni e non credo nei progetti contrattuali"

25.02.2022 19:24

Presentazione Mister Massimo Oddo al Calcio Padova: “La categoria non mi spaventa, il calcio è bello a tutte le categorie. Si può fare un bel lavoro, di scelte ne ho sbagliate tante, indovinate altre. Il coraggio non mi è mai mancato, l’allenatore precedente ha fatto tanti punti con una squadra costruita per vincere. Situazione inedita? Io non credo che sia la prima volta, a Perugia son stato mandato via da 6° in classifica, siam sempre stati dentro i playoff, ma a volte si presentano dinamiche non tecniche. Nel mio caso cerco di portare la mia idea calcistica, di portarla ai miei giocatori, la squadra l’ho vista e seguita anche dal vivo, con il SudTirol, cercando di portare le mie idee, penso che il Padova abbia dei giocatori che funzionano con la mia idea. Un allenatore deve avere l’opportunità di lavorare bene, in questo caso la mia scelta è stata fatta perché sono convinto. Poi è tutto relativo, un conto è vederli da fuori e un conto è allenarli.

Contratto? Penso che la gente mi deve conoscere, non voglio un contratto pluriennale e non ho chiesto opzioni. Ci guardiamo, ci conosciamo e se ne riparlerà. Ho avuto esperienze negative in questi anni e non credo nei progetti contrattuali, i progetti delle società sono diversi, poi il progetto si crea se si lavora bene insieme. Mi metto in discussione, cerco di piacere ai calciatori, alla società, alla gente e ai tifosi. Proviamo a far divertire anche. Qui bisogna vincere, ma è più facile se giochi un buon calcio. Arrivo qui con grande umiltà.

4-3-3? Credo di continuare sulla stessa linea, non tutti i 4-3-3 sono uguali, cercherò di portare le mie idee. Arrivare al risultato attraverso il buon gioco. Sul piano psicologico, l’ho detto ieri ai ragazzi, non bisogna creare ansia nella testa. L’importante è dare il 100%, poi lo sapete com’è il calcio, ho perso la serie A per una traversa, voi la B per un rigore. Ho avuto Monaco, Busellato e Nicastro, gli altri li ho visti giocare, ma è diverso quando li vedi e quando li alleni. Pavanel? Se raggiungessimo l’obiettivo il merito sarebbe anche lui. Serie C mai fatta in carriera? Il calcio è bello in tutte le categorie, la categoria non conta se bisogna restarci poco. Dalle brutte avventure si possono solo trarre benefici. Credo tantissimo nella condizione fisica di una squadra di calcio, tante squadre diventano ostiche per la quantità più che per la qualità. Ovviamente in poco tempo non si può stravolgere una strategia impostata in una certa maniera dall’inizio, il preparatore atletico è lo stesso appunto per questo. Il mio secondo è Marcello Donatelli, c’è un secondo preparatore che sarà Matteo Zambello.

Squadra compassata e lenta, poco dinamismo? A me non piace rispondere per rispetto del lavoro fatto prima. Io mi son fatto un’idea. Mi son guardato tutte le partite e volevo essere convinto del mio lavoro su questa squadra, non basta avere una squadra forte, credo che il mio lavoro su questa squadra può essere buono. La scelta non è basata solo sulla società ambiziosa, avevo offerte anche di categoria superiore, ma non mi ha convinto come questo progetto. Il gioco di Pavanel? Il Padova ha fatto tanti punti e tante buone partite, cambia la filosofia rispetto a me, c’è chi prediligi il possesso palla, qualcun altro piace alzare la palla. Per esempio Castori è diverso da Guardiola, eppure ambedue hanno vinto. Il fatto estetico è un’altra cosa.

Piazza di Padova? Credo abbia tanta voglia di rivivere il calcio “vero”, vogliamo parlare di calcio di alto livello, c’è stato e qualsiasi tifosi di qualsiasi squadra dovrebbe stare a quei livelli. La depressione è normale, ma l’obiettivo è chiaro. La partita commentata su Amazon? Accordo pregresso, avevo un contratto per due puntate.

Dove si lavora? Su testa o tattica? Il ruolo dell’allenatore è il più difficile, ci sono 25 teste diverse. Bisogna tenere conto di tutte le caratteristiche psicologiche ed emotive. Sbagliare il meno possibile. Si può cercare di mettere in pratica del credo calcistico della mia filosofia, ma senza stravolgere molto. Poche cose e decise, ma non puoi entrare a gamba tesa a livello tattico e fisico.

Playoff? Ne ho fatti parecchii. L’approccio era sicuramente diverso da calciatore, bisogna avere una squadra forte, ci vuole fortuna, lo sappiamo entrambi. Ci vuole convinzione, autostima. Bisogna arrivare all’appuntamento in condizioni buone. L’ambiente è importante”.

 

Commenti

Grandi vittorie e una retrocessione amara: il Pescara 1992-93
Rischio sanzioni per il Pescara, parla Sebastiani