
Il giorno della decisione (si spera)
Oggi Baldini comunicherà la sua scelta (pare..)
Panchina biancazzurra ancora vacante, nessun comunicato ufficiale. “Domani mattina parlo”: così ieri a ora di cena mister Silvio Baldini in una giornata connotata dall'attesa della sua risposta alla proposta di rinnovo dopo la fumata grigia a fine vertice di Marina di Massa di martedì con il presidente Daniele Sebastiani e il direttore sportivo Pasquale Foggia. Il tecnico si era preso un giorno ulteriore di riflessione per poi comunicare al Pescara la sua decisione, ma allo scadere delle 24 ore da fine summit (poco prima delle 18) il timing si è allungato ancora. Alla base della scelta di procrastinare il suo responso i noti motivi di famiglia che ha sempre dichiarato come prioritari, ma qualcuno ha supposto anche una quadra economica e tecnica che non si è subito trovata nel faccia a faccia a tre nella residenza di Baldini, nonostante un clima assai cordiale e un esito che i protagonisti avevano definitivo “positivo”. L'estrema fiducia ostentata nelle dichiarazioni in tv sulle possibilità di permanenza in riva all'Adriatico del grande protagonista della promozione, però, non hanno trovato immediata corrispondenza nei fatti. Evidentemente, sexondo taluni, pur in un colloquio in generale costruttivo e portato avanti senza strappi, il tecnico non deve essere rimasto particolarmente soddisfatto del contenuto economico dell'offerta, anche per lo staff (di cui fa parte, tra gli altri, il figlio Mattia, fondamentale collaboratore specializzato sugli schemi da calcio da fermo). Cifre reali top secret, ma alcuni spifferi indicano in 200mila euro netti il contenuto più bonus legati ai risultati e un premio promozione fisso, cioè un ingaggio-base per il capo allenatore chiaramente adeguato rispetto al precedente e dovuto al salto di categoria ottenuto sul campo. E forse c'è stata anche qualche perplessità sul tipo di progetto tecnico proposto. Baldini, nel giorno del suo insediamento lo scorso 14 luglio, aveva apertamente parlato di voler riportare il Pescara in serie A, ovviamente passando per la conquista della B, e dunque un campionato di transizione con obiettivo la sola salvezza non è mai stato nei suoi pensieri. Ma siamo nel campo delle supposizioni, perchè da club e allenatore non c'è stato alcun commento su questi temi. Di certo la tifoseria si è spaccata sui social durante l'estenuante attesa, tra coloro che sono rimasti ottimisti sul buon esito della trattativa e gli altri che con il passare dei minuti diventavano sempre più pessimisti. Ancora troppo fresco nella mente e nei cuori dei supporters pescaresi, nonostante siano passati già 13 anni, il ricordo dell'addio di Zdenek Zeman nel 2012 a promozione in serie A appena ottenuta, a rompere un giocattolo splendido che sembrava poter regalare grandissime soddisfazioni anche l'anno dopo. Il resto è storia, con la squadra orfana del suo mister, nel frattempo tornato alla Roma, suo primo e mai dimenticato amore, smembrata e rimodellata in una sorta di Babele di giocatori provenienti da tante nazioni e affidata ad un esordiente in A, quel Giovanni Stroppa che dalla C alla guida del Sudtirol venne catapultato in una piazza che tornava ad assaporare il grande calcio della massima serie a distanza di 20 anni dall'ultima volta. Oggi si parla di cadetteria dopo 4 stagioni di assenza e di una squadra non certo scintillante come quella, ma certamente da rinforzare in modo adeguato per mantenere una categoria faticosamente riconquistata e che non si può perdere dopo un solo torneo, ma lo spettro di un déjà-vu del destino dei due tecnici, al netto dell'assenza di una big a far la corte a Baldini, è quello che ha sempre spaventato i tifosi sin dalla trionfale notte del 7 giugno.
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