Pallanuoto

In ricordo di Luca Mamprin

22.01.2021 00:34

Pescara ed il mondo della pallanuoto piangono la prematura morte di Luca Mamprin, fisioterapista della Nazionale, stroncato da una leucemia mieloide acuta a 40 anni appena compiuti. Pescarese d'adozione, era in cura nel reparto di Ematologia ed era legatissimo alla città dove viveva da oltre 15 anni e dove aveva trovato l'amore, la sua Sara, e una famiglia. «E' stato un vero angelo, era sulla terra per compiere quello che doveva e poi è tornato in cielo. Non era mio padre biologico, ma lo è diventato con i fatti nel tempo, sin da quando nel 2006 è entrato nella mia vita e l'ha capovolta in positivo. Ora è tornato dove devono stare gli angeli», dice Lorenzo Nicasi, oggi 21enne, figlio della compagna. Luca aveva spento in ospedale 40 candeline il 6 gennaio e, nonostante la grande sofferenza, aveva voluto regalare via messaggio un segnale di forza e speranza a tutti gli amici che lo avevano contattato per gli auguri. Era un perno del Settebello di Alessandro Campagna, con cui ha collaborato per anni e condiviso grandi successi come il mondiale di Gwangju2019, uno dei tanti allori vinti e che gli era valso anche un riconoscimento ufficiale da parte del Comune di Pescara. In città era arrivato tanti anni fa per giocare a futsal nella Ponzio, poi era entrato nella FIN nel 2008, prima nel settore nuoto e 4 anni dopo nella pallanuoto. E proprio nel 2012 aveva vinto la sua partita più importante, quella contro un cancro al testicolo. “Lì è cambiata la mia vita, ho mutato totalmente il modo di approcciarmi alle cose. E’ stato un momento duro, ma fondamentale. Ho dovuto combattere e tirare fuori quella grinta che ognuno ha dentro ma che non pensa di avere”, raccontava. Ha lottato con lo stesso piglio contro la leucemia, ma stavolta purtroppo non ce l'ha fatta. La FIN lo ha ricordato con una intensa nota. “Luca ci ha lasciati poche ore fa e già sembra l'eternità. Il dolore è grande, lo sconcerto ancora di più. Era malato da tempo ma la sua forza e la sua fede, insieme all'affetto di familiari ed amici, lo aiutavano ad affrontare la malattia. Ci ha salutati tutti, ma continuerà a vivere nel ricordo di ciascuno di noi col suo sorriso rassicurante. Un amico per tutti noi, un fratello maggiore per i giocatori, un compagno di risate, di allegria, di moderazione; soprattutto una persona perbene, professionista serio e uomo educato. Il suo grande sogno, come quello di tutti gli azzurri, era la medaglia d’oro a Tokyo. Il Settebello giocherà anche per lui ed in ogni gol ci sarà un po' del suo talento, di uomo e di fisioterapista”. I funerali si terranno oggi alle ore 15:30 nella chiesa Madonna dei Sette Dolori a Pescara. 

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