Prima squadra

Aloi, Franchini e Tunjov specchi della stagione dei paradossi

Tra campo e mercato

27.03.2024 08:06

Salvatore Aloi, Simone Franchini e Georgi Tunjov sono facce diverse della stessa medaglia biancazzurra e tre tessere di un mosaico non ancora completo che si chiama centrocampo. Aloi è l'imprescindibile di casa Pescara. Passano gli allenatori, ma lui è sempre in campo. L'anno scorso, con Alberto Colombo in panchina, era partito un po' in sordina, complice un problema al legamento collaterale del ginocchio che lo aveva costretto ai box nelle prime sei partite, poi ha sempre giocato, playoff compresi, tranne che in 2 partite (Potenza e Gelbison nel girone di ritorno) aumentando il suo minutaggio fino a conquistare anche il nuovo allenatore, Zdenek Zeman, pur essendo ritenuto il centrocampista meno adatto del lotto al suo 4-3-3. In estate boemo lo ha voluto ancora in riva all'Adriatico, unico superstite del reparto mediano della scorsa stagione, ed ha puntato forte su di lui, schierandolo play o mezzala alla bisogna. Ed Aloi, fedele soldatino, ha sempre risposto presente, risultando spesso tra i migliori, anche nelle giornate meno felici (e sono state tante) della squadra. Sempre titolare nell'interregno di Bucaro, Aloi è stato scelto anche da Cascione nella sua gara di debutto come l'uomo di esperienza da affiancare ai giovani Squizzato e Dagasso. E l'ex Avellino, che finora ha messo insieme 2190 minuti in 31 presenze, Coppa Italia inclusa, con 2 reti all'attivo, non ha tradito. Paradosso nei paradossi del Delfino 2023-24, il tuttofare originario di Melito di Porto Salvo va in scadenza al 30 giugno e finora ogni fumata per il rinnovo è stata nera. E a questo punto è difficile ipotizzare la sua permanenza a partire da luglio, come già accaduto l'anno scorso a Tommy Cancellotti, che era anche capitano, ed anni prima a tanti, troppi giocatori portati a fine contratto e poi lasciati andare (ad esempio Balzano a Maniero). Nella sua ultima uscita pubblica il ds Delli Carri non ha chiuso la porta alla permanenza di Aloi, aggiungendo però una frase sibillina che non depone a favore di un futuro rinnovo (e lui ora può firmare già con qualsiasi altra squadra): “Ci sono anche i campioni del mondo che vanno a scadenza”. Il jolly di centrocampo, intanto, è concentrato solo sul presenze ed oggi, dopo 2 giorni di permesso, torna nei ranghi dove i due interni che dovevano essere i titolari in estate sono ai margini. Franchini è stato il colpo dell'ultimo giorno del mercato, la mezzala a lungo inseguita e poi arrivata in extremis. Era l'elemento che il ds reputava idoneo per innalzare la competitività del reparto, finora però non ha lasciato tracce tangibili. In campionato ha racimolato la miseria di 613 minuti distribuiti in 13 partite, di lui si ricorda il gol vincente a Chiavari quasi un girone fa e poi tante, troppe panchine. Nelle ultime 10 partite ha visto il campo solo in 4 circostanze e sempre per una frazione di gara, risultando ogni volta poco incisivo. E nel girone di ritorno ha condiviso spesso la panchina con quello che ad inizio campionato era il gioiello più luccicante della vetrina pescarese: Tunjov. Non va in gol dal 7 gennaio, nella prima gara del girone di ritorno (su rigore), nelle ultime 8 partite è stato schierato solo 3 volte per complessivi 192 minuti e contro il Pontedera non è stato convocato per scelta tecnica. Nel frattempo ha perso anche la Nazionale e per riconquistarla dovrà rimboccarsi le maniche ed essere protagonista di un finale di stagione doc con il Delfino. Mister Cascione lo ha definito “uno dei giocatori più forti della C” ed ha detto di puntare su di lui. Ma sta a Tunjov adesso dare segnali concreti per riprendersi la maglia da titolare. Spesso troppo indolente, in partita non è mai stato continuo. Si è preso troppe pause ed è stato passivo fino ad essere controproducente. Ma se facesse lo scatto mentale che ZZ e Delli Carri si aspettavano da lui sin da settembre, può essere decisivo nel finale di stagione. Intanto il giovin Cascio ha dato un segnale forte, anzi fortissimo, tenendolo fuori nella gara-spareggio per il sesto posto con il Pontedera. Adesso, insomma, non si scherza più

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