Prima squadra

Catellani a PS24: "Zeman ha già trasmesso il suo dna alla squadra. In passato potevo essere del Pescara, poi..."

E' rimasto nel mondo Entella dopo aver dovuto abbandonare il calcio giocato. E si è concesso a noi per una intervista esclusiva

17.09.2017 23:00

A CURA DI MATTEO SBORGIA - Ha passato gran parte della sua vita a dare del tu a quell’oggetto magico chiamato "pallone". Dribbling, grandi giocate e gol lo hanno accompagnato per tutta la sua carriera calcistica. Un giorno, però, è dovuto forzatamente scendere da questa giostra a causa di un’aritmia cardiaca che non gli ha permesso di continuare a giocare. Una notizia davvero dura da digerire, ma anche la consapevolezza che la vita nonostante tutto continua. Di certo con altre priorità, ma continua. Ed è questa la cosa più importante. Il resto è relativo.

Parliamo di Andrea Catellani, ex attaccante dell’Entella (ora fa lo scout per la società ligure) che in occasione della partita tra Pescara e la società del presidente Gozzi (in programma martedì sera all’Adriatico) ha rilasciato un’intervista esclusiva. Molti sono stati gli argomenti trattati nel corso della piacevole chiacchiera con l’ex bomber dello Spezia (tra le altre). Dalle ragioni del suo mancato trasferimento in biancazzurro anni fa, passando per Zeman e il suo Pescara, fino a giungere alla “sua” Entella per concludere con una opinione sul “caso Schick” ed una breve testimonianza sulla sua vicenda personale. Partiamo dal passato.

Nel 2013-2014, con Pasquale Marino allenatore del Pescara, lei è stato vicinissimo a vestire la maglia biancazzurra,come mai poi non se ne fece più nulla? “Io avevo dato la mia totale disponibilità al trasferimento, ma poi la mia società ed il nuovo allenatore decisero di puntare su di me e non se ne fece nulla. Certamente mi sarebbe piaciuto indossare la maglia del Pescara per il suo blasone e la sua storia”

Da ex attaccante, qual è il suo punto di vista su Zeman? C’è mai stata l’occasione di poter essere allenato dal boemo?E’ grande allenatore che stimo moltissimo. Purtroppo non ho mai avuto la fortuna di essere allenato da lui, anche se mi sarebbe piaciuto. Eusebio Di Francesco è stato il mio allenatore e il suo gioco si avvicina molto a quello del boemo”

Passando al Pescara, come spiega l’attuale momento della squadra biancazzurra: crea, fa gol e poi inspiegabilmente diventa fragile e dissipa tutto che di buono costruisce? A cosa l’Entella dovrà prestare attenzione a suo avviso?Il Pescara di quest’anno pratica un gran gioco e Zeman ha già trasmesso il suo dna alla squadra. Occorre tempo però, considerando, che quella biancazzurra è una compagine molto giovane, forse proprio per questo fa difficoltà a gestire i risultati. Detto ciò, credo che vengano fuori pian piano. Del resto anche il Pescara del 2012 ebbe bisogno di tempo. Noi conosciamo bene l’impostazione di gioco di Zeman e dovremo prestare la massima attenzione ai tagli degli attaccanti e all’inserimento delle mezzali, perché sanno essere molto pericolosi in questo modo. Dal canto nostro occorrerà esser “cattivi sotto porta” per sfruttare al meglio le occasioni che inevitabilmente ci concederanno. Sarà una partita difficilissima che stiamo preparando al meglio”

L’Entella, in estate ha cambiato molto, è squadra profondamente con tanti giovani, quali sono i vostri obiettivi?Sia io che Caputo per diversi motivi non ci siamo più, questo credo che non fosse pronosticabile per la società che si è mossa bene ed ha allestito una rosa all’altezza. Occorre ancora trovare bene gli equilibri. Il nostro obiettivo primario deve essere la salvezza. Poi si vedrà”

Pescara-Entella, che partita sarà?Si affrontano due squadre molto diverse: l’Entella è una squadra storicamente molto quadrata che fa sempre molta densità in mezzo al campo, guidata da un allenatore emergente convinto fautore del rombo a centrocampo . Il Pescara la conosciamo tutti: una squadra formata da giovani bravi e da altri che si stanno rilanciando grazie a Zeman. Mi aspetto una partenza lanciata da parte dei biancazzurri , noi dovremo esser bravi a soffrire i primi minuti ed a colpire nelle occasioni in cui sarà possibile farlo”

Dopo il problema cardiaco che l’ha costretto ad appendere le scarpe al chiodo in anticipo, che valenza attribuisce alla vita? “ o ho sempre fatto il calciatore e mi son sempre ritenuto un privilegiato per questo. Il calcio non è mai stato tutto nella mia vita: una cosa stupenda che porterò sempre con me. La famiglia e gli amici sono tutto per me, perché faranno parte sempre della mia esistenza. Dopo questo periodo che ho vissuto, sono ancor più consapevole di ciò . La campana di vetro non mi ha mai riguardato” La prevenzione, nel suo caso, è stata fondamentale: qual è la sua opinione sul “caso Schick”? “Come in tutte le cose credo che sia fondamentale andare sempre avanti. In Italia, con la mia esperienza, ho potuto verificare in prima persona che siamo all’avanguardia davvero . Credo che sia giusto e naturale fermare un giocatore anche per un periodo per poter salvaguardare al meglio la sua salute”

Il calcio è stato importante, ma la vita lo è di più: grazie ad Andrea Catellani

Si ringrazia l'ufficio stampa dell'Entella per la cortese concessione.

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