Doveva essere la gara di Vivarini, sarà quella di Gorgone e della banda dei tanti ex
Le mille storie di Catanzaro-Pescara
Parte oggi il nuovo corso biancazzurro. Questa sera, alle ore 20:30 allo stadio Nicola Ceravolo, il Pescara targato Giorgio Gorgone farà visita al Catanzaro nella prima partita della seconda gestione tecnica stagionale. Sono rimasti a casa Merola, Pellacani, Olzer, Okwonkwo e Kraja nel charter che ieri pomeriggio ha portato la truppa in Calabria e c'è in dubbio Capellini per un affaticamento muscolare (la decisione sul suo impiego verrà presa in extremis), un discorso a parte merita Tsadjout che è fermo da parecchio e che non può essere rischiato se non al 100% dal punto di vista mentale dopo la lunga inattività. L'idea dell'allenatore è comunque quella di schierare un Delfino propositivo che possa riportare a casa punti pesanti. Ieri prima della partenza, per la prima volta da nuovo condottiero, Gorgone ha preso la parola e non ha nascosto di credere fortemente all'obiettivo salvezza. Si tratta di un unicum, perchè anche durante la pandemia gli allenatori erano stati ufficialmente presentati con tutti gli onori e con presidente e/o direttore sportivo. In estate era nel lotto dei candidati qualora non si fosse chiuso l'accordo con Vivarini, ma con qualche mese di ritardo e rinunciando ad altre opportunità (era vicinissimo al Benevento), Gorgone è ora il nuovo trainer del Delfino. Il canovaccio iniziale è quello proposto dal suo predecessore sul piano tattico, ma non senza qualche novità di rilievo. “Non posso stravolgere quanto è stato fatto fino ad oggi”, ha confermato Gorgone. “Si può giocare con le due punte. Per la difesa i numeri parlano chiaro (con 25 gol subiti è la peggiore retroguardia del torneo, ndr) ma non dovremo mai rinunciare ad attaccare”. Galantemente, il tecnico non commenta le perplessità che il presidente aveva palesato in ordine alla condizione fisica della squadra e ha centrato il suo colloquio con la stampa su altri aspetti. Coraggio, sudore e sacrificio saranno le parole d'ordine, senza dimenticare tecnica, gioco e idee. E senza avere gerarchie prestabilite. Doveva essere la partita di Vincenzo Vivarini, sarà invece quella della prima sfida in carriera tra il debuttante Giorgio Gorgone e la vecchia conoscenza pescarese Alberto Aquilani. Catanzaro-Pescara di questa sera era una gara che l'ormai ex allenatore pescarese aveva segnato in rosso sul calendario, perchè sanciva il suo primo ritorno in una città che lo aveva eletto idolo dopo quanto conquistato in giallorosso. Vivarini, infatti, è stato il tecnico più importante dell'ultimo ventennio dell'Aquila giallorossa, che aveva riportato in serie B dopo 17 anni di assenza al termine della trionfale stagione 2022-23, nella quale vinse a mani basse il Girone C di Lega Pro con cinque giornate d'anticipo (rimase imbattuto fino a febbraio quando già aveva preso il largo) e con il record assoluto di punti (96) nella storia della terza serie italiana. Sarebbe stato accolto da vero eroe e salutato con tutti gli onori, anche dai superstiti del suo felice periodo al timone (l'anno successivo in B portò la squadra alla semifinale playoff contro la Cremonese) come Pietro Iemmello, per tutti ormai il Re di Catanzaro non perchè profeta in patria (è nato lì) ma per la quantità di reti segnate che lo rendono già uno dei più grandi bomber all time del club. C'era proprio Vivarini alla guida dei giallorossi nell'ultima sfida al Ceravolo con il Pescara, all'epoca guidato da Zdenek Zeman che era subentrato da poche settimane ad Alberto Colombo: 2-2 il finale fissato dalla doppietta di Lescano e dai gol di Curcio e Cianci. Sulla panchina biancazzurra stasera ci sarà invece Gorgone, che incrocerà un altro allenatore giovane ed emergente che tra i professionisti vanta solo due annate, una in meno del biancazzurro, anche se entrambe in cadetteria. Aquilani ha giocato 6 mesi a Pescara nella stagione dell'ultima serie A (2016-17), mettendo insieme 9 presenze e 1 gol (a Udine nella sconfitta per 3-1) ma senza lasciare il segno. Doveva essere il faro della squadra, fece la valigia in fretta e furia alla riapertura del mercato di gennaio per passare in prestito al Sassuolo e rescindere con il Delfino l'estate successiva. Non sarà il solo ex biancazzurro tra le fila giallorosse. Tra i calciatori, ad esempio, ci sono Marco Pompetti e Federico Di Francesco, entrambi pescaresi ma assenti causa infortunio questa sera. Sono due canterani del Delfino, che hanno lasciato presto le rive dell'Adriatico: il primo per trasferirsi all'Inter prima di fare ritorno in prestito nel primo degli ultimi 4 anni di C, il figlio d'arte (suo papà è Eusebio) debuttò in serie A con il Pescara a Parma e mise insieme in quel 2012-13 ben 7 presenze con Bucchi allenatore. L'averlo fatto partire prematuramente e senza adeguata contropartita economica è uno dei rimpianti della gestione Sebastiani. Ci sono poi Davide Bettella, protagonista dell'ultima pagina di storia del Pescara in cadetteria (semifinale playoff col Verona in epoca Pillon), Simone Pontisso, che ha giocato a Pescara nella seconda parte del 2022-23 (con Pompetti) collezionando 16 gettoni, e Mirko Pigliacelli, che ha avuto tre diverse esperienze con il club dannunziano, mai esaltanti, e che ha sfiorato anche successivamente il ritorno. Più significativa l'esperienza del direttore sportivo Ciro Polito, che da calciatore ha difeso i pali del Pescara nella seconda metà del 2006-07 parando anche tre rigori, il secondo dei quali addirittura ad Alessandro Del Piero all'Adriatico. Fu un'annata strana, con 3 cambi in panca: l'ultimo portò Gigi De Rosa con Vincenzo Vivarini vice. Oggi ritenuto uno degli uomini di mercato più apprezzati in B, Polito qualche anno fa era stato vociferato come un serio candidato alla poltrona di ds del Pescara ma non se ne fece nulla.Per la gara di stasera è stato designato Luca Massimi di Termoli, che ha già diretto in questa stagione il Delfino contro il Sudtirol. La curiosità è data dalla designazione come Avar del pescarese Giacomo Camplone.

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