Prima squadra

Berlinghieri: "Essere all'Adriatico è stato una super emozionane. Su Zeman e il futuro dico..."

"Peccato per l'epilogo amaro, ma Pescara è sempre Pescara. Si ama incondizionatamente"

16.06.2023 00:02

Primo Berlingheri per festeggiare il suo sessantesimo compleanno aveva scelto di tornare dopo tanti anni nel luogo più caro della sua carriera, lo stadio Adriatico. L'occasione era di quelle speciali, la semifinale playoff contro il Foggia, ma allo scoccare della mezzanotte ha soffiato sulle candeline con meno gioia del previsto. Era tra i 20mila allo stadio, dopo un pranzo con l'amico Rocco Pagano, l'altra fenomenale ala del primo Delfino targato Galeone, ed è stata comunque una serata speciale per lui, nonostante l'epilogo. “Rivedere e riabbracciare il popolo pescarese è stato bellissimo, riassaporare emozioni e sensazioni assopite ma mai dimenticate mi ha fatto sentire, come sempre, a casa”, racconta a una settimana di distanza dalla spiaggia di Rimini. “Emozionarsi nel vedere lo stadio pieno come ai vecchi tempi è stato fantastico, un sogno che solo quelli come me, che hanno indossato questi colori, possono capire. Purtroppo è andata male, ma il Pescara si ama incondizionatamente e resta il ricordo di questa grande atmosfera. Ero tornato qualche anno fa per il Memorial Zucchini, per giocare, ma vivere l'Adriatico da spettatore ha avuto un altro sapore. Sono uscito dallo stadio con l'amaro in bocca per l'eliminazione, ma Pescara come sempre, quando ci sono le partite di cartello, non tradisce mai. Sono tornato indietro di 40 anni, quando il tifo biancazzurro riempiva in massa non solo lo stadio cittadino ma anche quello degli altri. Penso alle trasferte di Bologna, Arezzo e San Benedetto del Tronto, ad esempio”. Oggi il Pescara poteva giocarsi l'approdo in B all'ultimo atto e invece una partita saldamente in mano è sfuggita in modo beffardo: cosa in ha funzionato? “Il destino ce lo costruiamo noi, non voglio entrare nel merito di una formazione fatta bene o fatta male perchè non vivo la quotidianità dello spogliatoio e se il mister ha fatto determinate scelte vuol dire che le reputava opportune, almeno per iniziare la contesa. Penso al fatto di schierare il terzo portiere D'Aniello come titolare, cosa che in tribuna ha stupito un po' chi era con me a vedere la partita. Comunque sia, durante la partita qualche cambio andava fatto a mio parere e anche il discorso sfortuna lascia un po' il tempo che trova. La fortuna te la devi andare a cercare, prendere gol in pieno recupero a 8 secondi dal triplice fischio è stato pesante. Mi è parso in generale evidente che lo stato fisico della squadra non fosse quello ottimale. Il Pescara non era brillante, il Foggia, nonostante le assenze ed una gara in più sulle spalle, mi è sembrato più pimpante e atleticamente pronto. Le squadre di Zeman si contraddistinguono per arrivare a fine stagione in grande condizione, stavolta, forse anche perchè il boemo è subentrato, ha trovato una squadra che andava molto più forte. Ho vista tanta buona volontà nei biancazzurri ma nulla in più di particolare. Adesso bisogna ripartire, perchè la piazza merita una squadra all'altezza delle aspettative e che sia grande protagonista come lo sono stati il Catanzaro e la Reggiana quest'anno dopo la delusione della stagione precedente. Si dovrebbe ripartire con l'obiettivo di stare sempre davanti e per vincere. Bisognerà essere assai attrezzati, perchè dalla B sono scese squadre importanti e ci sarà poi il lotto delle deluse di quest'anno da affrontare”. Si ripartirà da Zeman: è la scelta giusta? “Presidente e ds sono navigati, Zeman crea entusiasmo ed è giusto iniziare da lui. Ma se tieni il boemo sai che ha determinate idee dalle quali non si scosta nemmeno di un millimetro. Mai. Quando prendi Zeman devi essere consapevole del tipo di pacchetto che rappresenta, in tutto e per tutto. I fatti dicono che va confermato, senza dubbio”. Infine la promessa: “Mi auguro di tornare presto, per una nuova partita di cartello ma che abbia un epilogo diverso”

 

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