Prima squadra

Il "sarto" Cascione e la coperta (corta) biancazzurra

Il punto in casa Delfino

02.04.2024 08:06

Nell'uovo di Pasqua biancazzurro mister Emmanuel Cascione ha trovato certezze e solidità. Non una sorpresa, perchè il nuovo tecnico sin dal primo giorno del suo insediamento ha lavorato proprio sulla ricerca dell'equilibrio e la protezione della difesa, e le risposte della squadra sono state positive ed immediate. E non era scontato che questo accadesse, sicuramente non così presto, dato che nell'interregno di Bucaro, partito come naturale prosecuzione della gestione Zeman e poi trasformatosi in altro in corso d'opera, il gruppo era sembrato scollato e smarrito. La sconfitta di Cesena, maturata solo sui titoli di coda di una giornata che era già apparecchiata per la festa bianconera, rappresenta comunque un buon viatico in vista del rush finale di regular season e, soprattutto, dei playoff, ma adesso servono conferme ed altri progressi anche per tenere blindata la sesta posizione e ciò che questo comporta nella griglia degli iniziali spareggi promozione. A 4 giornate dalla fine, infatti, la quinta piazza del girone è diventata irraggiungibile, salvo miracoli, ed è meglio pensare a proteggere il proprio piazzamento dagli assalti di Arezzo, Pontedera e Juventus Next Gen che pensare di scalzare il Gubbio. I Lupi d'Umbria hanno infatti 6 punti in più del Delfino ed il vantaggio negli scontri diretti e quindi adesso bisogna sgomitare per non scivolare ancora più giù in classifica. Le restanti quattro gare prima dei playoff serviranno a mister Cascione per consolidare gli evidenti progressi registrati in fase difensiva e per migliorare lo sviluppo del gioco e trovare trame codificate nelle ripartenze. Nei primi 180 minuti dell'era Cascione, il Pescara si è fatto apprezzare per compattezza, capacità di soffrire e distanze corte tra i reparti, a protezione di una difesa che non ha più sbandato pericolosamente come in passato. Linee strette, centrocampisti più vicini tra loro ed assai aggressivi, esterni che ripiegano costantemente per poi esser pronti a ripartire: è questa la nuova identità biancazzurra, che tuttavia ha bisogno di limare alcuni difetti una volta che Brosco e soci sono tornati in possesso del pallone. Con un baricentro più basso e una riconquista della sfera in zone più lontane dalla porta avversaria, c'è infatti tanto campo da coprire e senza una trasmissione del pallone rapida e precisa si fatica di più a creare occasioni. E' il discorso della coperta corta, che se tirata da un lato lascia inevitabilmente scoperto l'altro. E viceversa. Tutto nasce dalle carenze strutturali in sede di mercato, tanto per il centrocampo quanto nel ruolo di centravanti, ma adesso è così e mister Cascione sta provando a fare di necessità virtù. Gli interni a disposizione sono più di quantità che non di qualità e lo stesso Squizzato è più uno schermo centrale che non un regista classico, con intuizioni e tempi del metronomo geniale, e tutto passa quindi per i piedi del tridente. Quando i due esterni riescono ad accentrarsi per giocare tra le linee in fraseggio le cose vanno meglio rispetto a quando si è costretti a giocare di nudo contropiede. Ma molto dipende anche dal centravanti: Cuppone svolge un lavoro sfiancante e sa attaccare la profondità, ma non è la prima punta che sa tenere e proteggere il pallone per far salire la squadra, quello che può invece essere Vergani. Mister Cascione, che a dispetto della giovane età sta già dimostrando competenza e idee chiare, è ripartito da una buona organizzazione difensiva ma ora deve trovare la chiave di volta offensiva per provare a rendere il Delfino una mina vagante. 

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