Editoriale

INDECIFRABILE

O, se preferite, l'alternanza continua da Dottor Jeckyll a Mister Hide

16.12.2019 07:30

Dal vocabolario Treccani:

indecifràbile agg. [comp. di in2- e decifrabile]. – Che non è decifrabile, che non si può decifrare (in senso proprio e fig.): un documento i.; un’iscrizione i.; scrittura i.; un i. enigma. Anche riferito a persona i cui veri sentimenti siano impenetrabili: è un uomo i., per me; ha un temperamento indecifrabile; ha sempre in volto un’espressione indecifrabile.

 

«Indecifrabile». Giovanni Galeone, una delle istituzioni del calcio pescarese, aveva definito così il Pescara di Zauri. E in effetti dopo 16 partite di campionato (e 2 di Coppa Italia) il Delfino resta una sorta di incognita, capace di essere l'unica squadra a surclassare lo schiacciasassi Benevento ma anche di cadere in involuzioni preoccupanti ogni volta che sembra aver trovato la quadra. I biancazzurri nelle ultime 4 partite hanno raccolto la miseria di 2 punti, entrambi oltretutto tra le mura amiche (contro Cremonese e Venezia), vanificando la precedente striscia positiva fatta di 3 vittorie in 4 partite con il modulo ad albero di Natale. A Frosinone, con il quinto assetto tattico diverso in stagione, è arrivata la settima sconfitta nel torneo, figlia di un atteggiamento poco propositivo e un'interpretazione di gara da matita rossa.

I moduli: si era partiti con il 4-3-3, assetto sul quale si è lavorato tutta l'estate, si è passati poi al 3-5-1-1 (il modulo con il quale si è sfatato il tabù Ascoli e che si è adoperato a gara in corsa a protezione del risultato), per poi varare il 4-3-2-1 e il 3-4-2-1 prima di spostarsi in terra ciociara sul "3-4-fantasia" che non ha reso nulla. 

Allo Stirpe, Zauri ha deciso di rinunciare in avvio ad una punta di struttura per affidarsi a Galano e Machin, 16 gol in 2 sui totali 26 dei biancazzurri, con Memushaj guastatore ma la mossa non ha pagato, essendo tutti e tre abituati a giostrare sulla trequarti, palla al piede, piuttosto che riempire l'area di rigore. Il risultato? Un ibrido, cioè un Pescara non difensivo e arroccato ma nemmeno in grado di pungere, nonostante un discreto palleggio e molto possesso. Dopo lo svantaggio, il tecnico pescarese ha inserito due punte di peso, prima Maniero e poi anche Borrelli, senza riuscire a trovare il bandolo della matassa e incassare il raddoppio di Dionisi quando già scorrevano i titoli di coda del match: Pescara a secco per la prima volta dopo nove partite di fila e 16 gol complessivi (ultima gara senza reti lo lo 0-3 interno subito dal Crotone, del 27 settembre), uno score che aveva reso la cooperativa biancazzurra il miglior attacco di serie B anche senza un centravanti prolifico.

Dopo l'infortunio di Tumminello (4 gol in 5 partite stagionali, equamente divisi tra campionato e Coppa Italia), le tre prime punte in organico, infatti, hanno realizzato appena due gol: uno il baby Borrelli, l'altro Maniero su rigore (contro il Benevento, a risultato acquisito). E' evidente che per cullare sogni di gloria non ci si può affidare solo sulla vena di realizzativa di Galano e Machin, soprattutto se poi la difesa risulta tra le più perforate in campionato (25 le reti incassate) e presta il fianco alle rimonte avversarie. In questa prima parte di torneo, infatti, il Pescara ha subito 4 rimonte (contro Spezia e Juve Stabia i biancazzurri in vantaggio e sono stati ribaltati, con la Cremonese e il Venezia, invece, acciuffati nel finale) e dunque gettato alle ortiche 10 punti, davvero tanti. Nell'andamento del Delfino pesano, e parecchio, anche alcune circostanze, sottolineate con garbo proprio da Zauri alla vigilia dell'ultimo match a partire dalla serie di ripetuti e pesanti infortuni di alcuni uomini chiave, Tumminello (rottura del crociato, come Balzano e out svariati mesi) ma non solo lui. Le assenze di Fiorillo, forse il migliore portiere della categoria (a proposito: i tempi per il recupero si allungano, salterà anche la partita con il Trapani e sono a rischio anche le ultime 2 del girone d'andata), e Palmiero, play in grado di garantire uguale efficacia in fase di costrizione e di interdizione (15 punti con lui da titolare, media di 2,5 punti a gara), avrebbero messo in difficoltà chiunque. E se alle assenze dei lungodegenti si uniscono quelle ad intermittenza di altri elementi importanti (Bettella, ad esempio) ecco che i problemi si moltiplicano.

Il presidente Daniele Sebastiani, arrabbiatissimo dopo il 2-2 interno contro un Venezia che anche prima e dopo il doppio svantaggio aveva comandato il gioco, a Frosinone ha lasciato l'impianto senza rilasciare alcuna dichiarazione. A 270 minuti dal giro di boa vuole una reazione immediata dal suo Pescara per non rischiare di finire nell'anonimato della classifica. Poi sarà tempo di mercato, sperando si possano colmare le lacune (non mettere dal 1' nessuno dei tre centravanti a disposizione a Frosinone è stato un indiretto ma chiaro segnale di Zauri?) e non peggiorare la situazione (come storicamente accade a gennaio...). E anche Zauri si gioca parecchio nelle ultime 3 partite: già si torna a parlare di Di Biagio e Stellone in chiave Delfino...

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