Prima squadra

Tumminello vuole tornare protagonista: "Pescara è la piazza giusta per decollare"

Da Il Messaggero ed. Abruzzo

25.03.2020 00:49

Ieri ha vinto la sua prima partita della “Quarantena B Cup”, il torneo organizzato dalla Lega di B sul videogame Fifa per i giocatori della serie cadetta: Marco Tumminello ha sfidato l’amico Marchizza, dello Spezia, battendolo con un netto 7 a 1, e ora attende il prossimo avversario. Un modo per passare qualche ora di svago in casa, ma anche per sentire scorrere l’adrenalina che solo il gol può dare ad un cecchino di razza come lui. Il bomber d’inizio stagione del Pescara, 21 anni, non si perde d’animo e attende con pazienza che passi l’emergenza: “L’ umore non è dei migliori – dice Tumminello – perché stare a casa non è mai bello. Ma ci adattiamo. Lavoriamo in terrazza, abbiamo anche comprato degli attrezzi su Amazon per allenarci nel migliore dei modi. Poi, in casa, ascoltiamo ogni giorno il bollettino dei morti in Italia ed è davvero tutto molto triste. La mia famiglia è a Roma da qualche anno: ogni giorno faccio videochiamate ai miei genitori, che sono preoccupati e mi raccomandano sempre di non uscire”. L’attaccante biancazzurro si è trasferito nella capitale che era ancora un bambino. Un addio precoce alla sua Sicilia, alla sua Erice. “Purtroppo posso tornarci sempre meno spesso. Ma della mia terra mi porto dentro il mare, l’aria, il vivere bene, la gente socievole che ti fa sentire sempre come se fossi a casa. Pescara un po’ gli somiglia, anche se l’ho vissuta poco finora: è una città di valori sani e belle persone, si vive bene”. La sua ultima casa è stata Bergamo, città martoriata dalla crisi sanitaria attuale: “Sono in contatto con Gollini, che però è rientrato a Ferrara. Anche il dottore dell’Atalanta mi dice che la situazione non è bella. L’Atalanta stava vivendo una stagione da favola, ma fa parte della vita e del gioco doversi fermare per un problema così grave. Prima di tutto siamo persone, poi giocatori. Il contagio di massa nella trasferta di Champions a San Siro contro il Valencia? Non ci credo”. Esordio in serie A con la Roma non ancora maggiorenne con Rudi Garcia, contro il Chievo. “La cosa più bella che un ragazzo che sogna di fare il calciatore possa vivere. Anche con Di Francesco ho giocato in A, contro l’Inter”. Poi a Crotone il primo gol nei grandi del calcio, prima del crack al ginocchio. A Pescara stava esplodendo definitivamente, ma di nuovo un infortunio grave lo ha fermato. “Questa quarantena e questi mesi d’infortunio mi hanno fatto riflettere tanto, ho passato più tempo a riflettere che a giocare, purtroppo. Ora eravamo agli sgoccioli, sarei dovuto rientrare dopo la sosta, ma ci siamo fermati. Questa volta, però, per me potrebbe essere un vantaggio. Se si dovesse riprende, avrei più partite da giocare. Quando riprenderemo? Non fa differenza: maggio, giugno, non cambia. L’importante è che stiamo tutti bene e possiamo tornare ad uscire in tranquillità. Non dobbiamo affrettarci, prima deve passare quest’emergenza”. Il futuro dove se lo immagina? All’Atalanta, o magari per un’altra stagione in riva all’Adriatico? “Ho altri tre anni e mezzo con l’Atalanta: penso che senza gli infortuni sarei già riuscito a far vedere anche lì quanto valgo. Ho avuto ostacoli molto brutti davanti a me in carriera. Ora voglio tornare più forte di prima e ricominciare. Da Pescara? Sì. Questa per me è la piazza giusta per decollare. L’estate scorsa ho detto sì all’istante, mai parlato di cifre con il mio agente: un accordo immediato. A fare un altro anno qui, magari ripetendo quello che avevo iniziato a fare ad inizio stagione, non avrei nessun problema. Mi trovo bene, ho rapporti splendidi con tutti, a partire dal presidente Sebastiani”. Zauri lo ha lanciato, Legrottaglie lo attende a braccia aperte. “In ritiro penso di aver dimostrato a mister Zauri cosa potevo dargli, lui mi ha dato spazio e fiducia. A 20 anni essere titolare in B non è facile, in una categoria molto dura. Io venivo da un crociato rotto e da una lussazione al gomito. Ma qui mi sono sentito subito libero con la testa, mi divertivo a giocare e non pensavo più agli infortuni. Legrottaglie? E’ molto saggio e molto colto, dà direttive ben precise. Vuole che recuperiamo per dargli una mano, visto gli infortuni ultimamente ci stavano condizionando troppo. Con lui abbiamo fatto belle partite, come a Pordenone. Se siamo al completo, come le altre, perché nessuno ha avuto tanti infortuni come noi, siamo una squadra forte, in grado di giocarsela con tutti in questo campionato”.

FONTE: IL MESSAGGERO ED. ABRUZZO

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