Prima squadra

Il salto di qualità che manca (sempre)

L'ultima settimana fotografa una squadra che non ancora è divetata grande

19.12.2023 08:17

Siamo alle solite. Ogni volta che il Pescara 2023-24 è chiamato ad ingranare la quarta e a compiere il salto di qualità, invece rallenta e viene risucchiato in classifica. Era già capitato a metà ottobre, quando dopo le vittorie su Gubbio e Spal un calendario che sembrava in discesa (Pineto e Rimini all'Adriatico) doveva essere il trampolino di lancio verso la vetta ed invece ha dato il via ad una profonda crisi che ha portato poi in dote 5 punti in 8 partite e fatto diventare il primo posto solo una chimera. Ed è capitato anche adesso, al termine di una settimana a dir poco complicata, aperta con il grande spavento per Zdenek Zeman, proseguita con l'eliminazione in Coppa Italia ed archiviata con il pari di Ancona che lascia più di un rimpianto alla truppa. Il 2-0 di Catania mercoledì scorso ha fatto sfumare quello che da intralcio era diventato un obiettivo per il Delfino: vincere la Coppa Italia. Mettere in bacheca il trofeo, già buona cosa di suo, avrebbe spalancato ai biancazzurri le porte dei playoff dalla fase nazionale a prescindere dal piazzamento finale della regular season, ma una prestazione double face, non la prima e non l'ultima data la successiva gara di campionato di due giorni fa, ha comportato l'addio ai sogni di gloria e l'estromissione dei biancazzurri da un lotto di pretendenti al titolo (Padova, Rimini, Lucchese ed ovviamente Catania) che era certamente alla portata di Brosco e soci. Ad Ancona, invece, si doveva dare continuità alle 3 vittorie consecutive in campionato e alla scorpacciata di gol degli ultimi 180 minuti, ben nove, ed invece si è tornati a casa con un solo punto ed i soliti dubbi e problemi. E se a Catania, complice anche la stanchezza di una trasferta in giornata che ha tolto energie fisiche e mentali al gruppo, il primo tempo era stato di spessore e la ripresa in tono assai minore, in terra dorica si è assistito ad un approccio da brividi, con tanto di gol incassato, ed una crescita progressiva che poteva portare a fare quel bottino pieno che solo una traversa ed un salvataggio sulla linea hanno alla fine negato. Vincere al Del Conero significava allungare il filotto ed accorciare sul secondo posto della Torres, con tutto un girone davanti per provare a mettere il fiato sul collo dei sardi e poi inserire la freccia, mettere pressione al Perugia, il vero antagonista dei biancazzurri in ottica terzo posto, e tenere a distanza Carrarese e Pontedera. Adesso invece ci si ritrova ancora una volta nel traffico, con i toscani di Dal Canto a pari punti (e col vantaggio dello scontro diretto portato a casa) e quelli di Canzi a due sole lunghezze. Ad Ancona, insomma, il Delfino è certamente rimasto a galla ma non è riuscito a prendere il largo come poteva e, forse, come doveva. Intendiamoci: uscire indenni dal Del Conero non è mai scontato ed è sempre positivo, ma se si vuole pensare davvero in grande certe occasioni vanno colte. Una grande squadra vince anche le partite che non interpreta alla perfezione nell'arco dei 90 minuti ma questo Pescara sembra che per ottenere i 3 punti debba sempre e solo dare il massimo. Oggi la squadra torna a lavorare con una seduta mattutina a Silvi e la bella notizia è la presenza di Zeman, che dovrebbe dirigere l'allenamento per poi andare addirittura in panchina sabato contro la Fermana nell'ultimo match prima del giro di boa e della sosta invernale. Il boemo scalpita per tornare pienamente operativo perchè sa che il suo giovane Delfino non ha bisogno solo delle sue idee ma anche del suo carisma. 

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