Prima squadra

Ferraresi: “Ecco cosa farei se non si batte il Pisa"

"Sarebbe giusto iniziare a lavorare per l'anno prossimo. Meglio dare spazio ai ragazzi delle giovanili e promuovere un allenatore interno"

25.03.2021 00:01

Idee chiare e parole ancor più dirette: Fabio Ferraresi, ex biancazzurro e ora opinionista tv, non le manda mai a dire. Vi riproponiamo dunque in versione integrale un articolo de Il Messaggero ed. Abruzzo contenente una sua interessantissima intervista. 

Buona lettura!

“Pescara spacciato? No, guardando la classifica una speranza di fare i play-out c’è ancora. Quartultima e quintultima, con un paio di risultati, possono essere riagganciate”. L’ex centrocampista biancazzurro Fabio Ferraresi, 41 anni, originario di Fano ma ormai pescarese d’adozione, incrocia le dita e spera di poter continuare a vedere il Delfino sui campi della B. “Il problema è che non si dà mai continuità al lavoro. Grassadonia stava facendo qualcosina di diverso, poi ha fatto un passo indietro a Vicenza”.

 Ferraresi, due stagioni a dare battaglia con la maglia del Pescara dal 2007 al 2009 in C1, da qualche anno ha intrapreso la carriera di allenatore. Ultima esperienza da secondo a Francavilla, in D, nel 2018/2019. Negli ultimi mesi è anche impegnato come opinionista in tv per commentare la stagione dei biancazzurri. “Grassadonia non può dire che se l’è giocata alla pari contro il Vicenza. Ha cercato di cambiare qualcosa da quando è arrivato, e tra i tre allenatori avuti fin qui dal Pescara è quello che ha meno colpe. Sicuramente è stato quello che ha dimostrato di avere un po’ più di coraggio finora. Contro Pordenone e Ascoli ha fatto vedere qualcosa di diverso, è riuscito a creare anche qualcosa in attacco rispetto a quanto visto durante l’anno. Forse è stato un po’ presuntuoso nella gestione della gara contro l’Ascoli, inserendo Machin nel finale, ma almeno ha avuto coraggio”. Scelta che non ha pagato: è arrivato il ko contro l’Ascoli che ha tolto forse speranze ed energie alla squadra

. “A Pescara si critica ancora Pillon per aver messo Campagnaro nel finale dei play-off contro il Verona due anni fa… Grassadonia aveva dato un messaggio importante alla squadra, inserendo Machin contro l’Ascoli. Era la strada da percorrere forse fino alla fine. Invece a Vicenza è tornato indietro e la squadra è andata in confusione. Gestire le partite ora serve a poco, bisogna vincere”, aggiunge ancora Ferraresi nella sua analisi del momento. Il migliore in campo nelle ultime partite è stato Daniele Dessena, uno dei rinforzi di gennaio. L’ex Brescia corre e lotta come un leone, mentre molti giocatori simbolo del Pescara degli ultimi anni sembrano subire passivamente questo periodo e in campo sono impalpabili. “Ragazzi come Memushaj e Fiorillo, secondo me, sentono di più questa situazione, ma da loro mi aspetterei comunque qualcosa in più. Dessena, come dice anche il tecnico, è più libero di testa ed è abituato a certi palcoscenici, non ha paura”. 

Forse l’estate scorsa la società avrebbe dovuto cambiare qualcosa nell’organico dopo la retrocessione evitata solo nei rigori di Perugia. “Doveva esserci un repulisti generale, soprattutto della vecchia guardia, dopo essere retrocessi sul campo a fine campionato. Siamo tornati indietro, invece, perché oltre a non rinnovare la rosa è stato anche richiamato un allenatore che qui era stato mandato via e che era retrocesso contro il Pescara ai play-out”. Mancano otto partite, il distacco dalla zona spareggi aumenta. Dopo la sosta arriverà il Pisa all’Adriatico: si può solo vincere per continuare a sperare in un miracolo. E se invece non dovessero arrivare i tre punti? “Se non batti il Pisa vuol dire che dentro non hai nulla, anche a livello di orgoglio e amor proprio. A quel punto, sarebbe più giusto iniziare a lavorare per la prossima stagione e far esordire qualche ragazzo della Primavera, che comunque non potrebbe essere più promossa. Finire il campionato con questo gruppo diventerebbe uno strazio per tutti. Meglio dare spazio ai ragazzi delle giovanili e promuovere un allenatore interno, Iervese o la coppia Sansovini-Campagnaro”.

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