Prima squadra

Vincere senza (troppo) convincere. Ma ora va bene anche così

Parola d'ordine: continuità di rendimento

05.02.2024 08:01

Vincere senza convincere, ma per ora può andar bene anche così. Tanto più che il terzo posto, diventato in itinere l'obiettivo della regular season, è adesso ad un tiro di schioppo. Il Pescara che senza l'influenzato Zeman ha battuto il Pineto nel derby di ritorno, centrando la terza vittoria di fila (la seconda consecutiva in casa) e dimezzato il distacco sul Perugia, fermato in casa sullo 0-0 dal Rimini, ha di che sorridere ma di certo non può e non deve cullarsi sugli allori. Troppe volte in questa stagione il Delfino ha dato segnali di ripresa, in realtà più sul piano dei risultato che non su quello delle prestazioni, salvo poi ripiombare nelle amnesie che hanno caratterizzato l'andamento schizofrenico dei biancazzurri in graduatoria e adesso la parola d'ordine non può che essere continuità di rendimento. Al netto dell'emergenza, infatti, anche il successo sui cugini ha confermato i noti problemi della squadra, che solo negli ultimi 10 giri di lancette è riuscita ad imporsi sulla banda Amaolo ma con le armi preferite di tutti gli avversari dei biancazzurri: contropiede e concretezza. Questo Pescara non è, e probabilmente non sarà mai, una vera squadra zemaniana, fatta ad immagine e somiglianza del suo condottiero. Non riesce a sviluppare il gioco come il Demiurgo di Praga vorrebbe, patisce gli avversari fisici, aggressivi e che giocano con linee corte e compatte e non li riesce a battere con le prerogative proprie del calcio da sempre praticato da Sdengo: ritmi alti, attacco della profondità, sovrapposizioni degli esterni bassi ed inserimenti senza palla degli interni. Non ha a centrocampo, reparto chiave, elementi idonei al 4-3-3: non c'è un vero play in grado di dettare i tempi e di smistare il gioco a due tocchi e, in particolare, mancano interni che giochino sullo scarico e sull'attacco degli spazi. Tunjov ne rappresenta l'esempio lampante: qualità tecniche indiscutibili, ma propensione a portare troppo palla quando non si estranea dal gioco e ad essere troppo passivo in fase di non possesso. E se il centrocampo è lento nel far circolare la palla, non verticalizza e non sviluppa geometrie ecco che gli avversari, pressando alto e raddoppiando, riescono ad imbrigliare un Delfino che sotto ritmo non riesce ad esprimere il suo comunque buon potenziale. A parità di atteggiamento, però, in C i valori tecnici sono destinati sempre e comunque ad emergere e si spiega anche così il successo sul Pineto, che tuttavia è in fase calante: non vince da 2 mesi e nelle ultime 8 gare ha messo insieme 4 sconfitte e 4 pareggi. Il Pescara di oggi, pur scolastico ma certamente solido, deve solo badare al sodo per mettere punti in cascina ma di certo dovrà dare qualcosa in più nel trittico di partite che lo aspetta in appena 9 giorni: venerdì a Gubbio, il martedì successivo in casa con la Spal e poi domenica 18 a Pesaro. E già in Umbria si avrà un importante banco di prova contro una squadra in forma e che ha caratteristiche tale da poter rendere la vita difficilissima a Brosco e soci. Nota a margine: bene i nuovi, soprattutto Meazzi pur schierato in un ruolo non suo. Adesso però servono conferme, da loro e più in generale da un Delfino doble face che deve trovare al più presto un volto chiaro e definitivo. E, possibilmente, sorridente…..

Foto Mucciante - Pescara Calcio

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