Prima squadra

Let it be!

Il Delfino Rampante racconta

23.10.2022 12:48

Questa volta iniziamo dalla fine. Riavvolgendo il nastro. Un po' come la teoria degli opposti di Eraclito. Facciamo scorrere il cronometro al contrario insieme. Siamo al novantaquattresimo, l'arbitro fischia la fine. Il popolo biancazzurro sugli spalti esulta. La squadra pure. Cerignola battuto 2-0: altri tre punti in cascina. Sei su sei nelle ultime due all'Adriatico. I giocatori festeggiano insieme alla Curva Nord. Ma gli occhi di tutti si cristallizzano, per diversi minuti consecutivi, su Alberto Colombo. Fa il giro del campo, riceve gli applausi degli spettatori. Carica i tifosi. Pugni al cielo. Palmo sul petto. Vicino al cuore. Un cuore grande così. Il popolo biancazzurro ricambia, applaudendo convintamente. Brividi. Da pelle d'oca. Quei brividi che li senti salire sulle braccia e, perché no, ti rendono un pochino gli occhi lucidi. Alberto Colombo. Il Normal One decide, inaspettatamente, di omaggiare i tifosi e, nel contempo, ricevere gli omaggi dei tifosi. La connessione dei contrari eraclitea che si trasforma in realtà: non si può fare a meno l'uno dell'altro. L'uno vive in virtù dell'altro.

In Inghilterra c'era un uomo venuto dal Nord - Middlesbrough, non troppo lontano dal confine scozzese - che tra la fine degli Anni Settanta e l'inizio degli Ottanta fece le fortune di un club delle Midlands. Quell'uomo si chiamava Bryan Howard Clough. Quella squadra era il Nottingham Forest. Un club. Una poesia romantica. Maglie rosse o meglio Rosso Garibaldi - in Oltremanica direbbero Garibaldi Red - in ricordo di quel condottiero che lottò per unire l'Italia e che nel 1864 sfilò per le vie di Londra davanti a più di mezzo milione di londoners entusiasti, mettendo quasi a repentaglio la sopravvivenza della monarchia britannica. Ma non solo. Nottingham è una città, una contea - Nottinghamshire -, magica: lì c'è la foresta di Sherwood. Lì hanno i natali Robin Hood e Mago Merlino. Ma soprattutto c'è un uomo del Nord che, da quelle parti, ha fatto la storia del football e al quale hanno dedicato monumenti. 
Nel Pescara di oggi c'è un uomo anch'egli venuto dal Nord, dalla Brianza per la precisione. Anche quest'uomo siede in panchina. Anche quest'uomo sta facendo le fortune sportive di una città. Un mago, come Merlino. Un eroe, come Robin Hood. Un condottiero, come Garibaldi. Per certi versi. Più semplicemente un allenatore che ha stupito tutti l'anno passato a Monopoli e che si sta consacrando ora a Pescara. Un uomo del Nord che festeggia e si commuove sotto la Nord. Con le dovute proporzioni, come la parabola di Clough tra Derby County prima e Nottingham Forest poi.

Nel 1970 un gruppo musicale di Liverpool cantava Let it be... Lascia che sia... Loro erano i Beatles - non hanno bisogno di descrizioni - cantavano parole di saggezza in quella canzone, speaking word of wisdom. La saggezza di Colombo, che pur consapevole della forza del Pescara anche ieri si è soffermato sulle cose da migliorare. La saggezza di Alessandro Crescenzi. Biondo, come quel famoso analcolico che fa impazzire il mondo. E che ieri - non la bibita ma il nostro terzino, s'intende - ha fatto impazzire la retroguardia del Cerignola andandosi a procurare il rigore con il quale Lescano ha sbloccato il match e servendo a Vergani l'assist del 2-0.

Let it be. Lascia che sia. Così, aggiungiamo noi. Così bello. Così speciale. Così rivoluzionario. Il 22 ottobre 1978, iniziò il pontificato di Giovanni Paolo II. Un Papa rivoluzionario e amato. Un Papa che ha cambiato la storia del mondo intero. Il 22 ottobre 2022 all'Adriatico potrebbe essere iniziata una nuova storia per il popolo biancazzurro. Una storia rivoluzionaria. Colombo e il pubblico di Pescara. L'uno in virtù dell'altro, come scriveva Eraclito. Senza commistioni tra sacro e profano, let it be!

Il Delfino Rampante 

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