Prima squadra

Sebastiani e il mercato del Pescara

Intervista a Il Centro

05.09.2017 00:24

Il mercato è finalmente finito. Una estate di trattative, abboccamenti, cessioni e arrivi (anche a sopresa) è andata in archivio. Tanti tifosi non sono rimasti soddisfatti del mercato biancazzurro, ma ecco il pensiero del presidente pescarese Daniele Sebastiani rilasciato qualche giorno fa al quotidiano Il Centro.

Sebastiani, il suo giudizio sul mercato del Pescara?
«Positivo. Siamo contenti perché, a nostro avviso, siamo riusciti ad allestire un organico competitivo, ma poi l’unico giudice sarà il campo».
C’è un affare che avrebbe voluto concludere e, invece, non ci è riuscito? 
«Sì, volevamo completare il reparto arretrato con l’arrivo di un centrale. Zeman ci aveva chiesto Vanheusden o Bastoni che però sono rimasti rispettivamente all’Inter e all’Atalanta. Altre soluzioni? Non ci convincevano e abbiamo lasciato perdere, anche così la nostra difesa è molto competitiva».
Stendardo, Rossi, Milicevic, Forte e Selasi sono rimasti. Sarà un problema per la società?
«Fino ad un certo punto. Mi dispiace per loro che non troveranno spazio e resteranno a guardare. Per Selasi bisogna fare un discorso a parte. Lui è un giovane che non creerà alcun fastidio. Tra noi c’è un ottimo rapporto e in queste ore stiamo valutando la possibilità di mandarlo a giocare in un Paese dove il mercato è ancora aperto, ad esempio in Polonia o in Repubblica Ceca». 
Perché non sono andati via?
«Hanno rifiutato varie destinazioni ritenendo di voler proseguire la carriera in questa categoria. Il problema è che dalla B non sono arrivate richieste per questi ragazzi e se non ti cercano non si può fare nulla».
Sembrava che Benali e Zampano dovessero cambiare aria, invece sono rimasti al pari di Bovo.
«Non può che farci piacere. Lo avevo detto dall’inizio: chi vuole i nostri giocatori deve tirare fuori i soldi. Bovo non ha ricevuto proposte allettanti e non ha mai detto di voler andare via. Qualcuno voleva Zampano e Benali in prestito secco, ha sbagliato indirizzo».
Al contrario, sono partiti Del Sole e Delli Carri in cambio di 1,5 milioni di euro e i tre baby Kanoutè, Mancini e Camilleri. Bisognava cederli per forza ora?
«Quando si fa avanti una società come la Juventus non è facile trattenere i ragazzi che hanno grandi ambizioni. In ogni caso, la ritengo un’operazione vantaggiosa dal punto di vista economica. Abbiamo il 50% su eventuali future rivendite e, oltre a Camilleri e Mancini abbiamo preso Kanoutè. Alcuni addetti ai lavori sostengono che diventerà più forte di Marchisio». 
Però, il continuo via vai di giocatori impedisce uno sviluppo lineare del progetto tecnico e non permette ai tifosi di identificarsi a fondo con la squadra del cuore, non crede?
«Ovunque è così. L’ho sempre detto, in questa società non ci sono magnati. Tutti i piccoli club cercano di fare plusvalenze, senza quelle e senza il paracadute non avremmo potuto di nuovo costruire un organico che costerà 11 milioni di euro lordi per gli stipendi». 
Il Pescara è da prime posizioni?
«Siamo convinti di avere una rosa forte, ma tra le principali favorite indico il Palermo, l’Empoli e il Bari. Subito dopo c’è un gruppetto di squadre che potranno inserirsi nella lotta al vertice. Tra queste ci siamo anche noi, oltre a Frosinone, Parma, Cremonese e Perugia».
Chiudiamo con Ganz. Preso per quasi 2 milioni, con il Foggia è andato in panchina.
«Abbiamo tre punte di alto livello: Pettinari, Cappelluzzo e Ganz. La concorrenza fa sempre bene. Tranquilli, arriverà anche il momento di Simone».

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