
Zeman e i gradoni: "Lacrime, ma poi volavamo"
Il signor Zeman ed i grdoni. Una "storia d'amore" che parte lontano, lontanissimo. E che non si è mai interrotta in più di 30 anni di carriera. Tanti campionissimi sono stati plasmati (Insigne), o sono rinati (Totti), con la cura Zeman. E con i suoi gradoni (Qui video). Gazzamercato ha raccolto le testimonianze di 5 vecchi allievi del maestro boemo. Beppe Signori: "Mi ha dato il ritmo e i tempi del gioco. E’ uno che ti fa lavorare in maniera pazzesca: durante il primo ritiro non riuscivo neanche a salire le scale, alla sera. Ci faceva mangiare per tre o quattro giorni le patate, per depurarci, e in allenamento dovevi fare dieci chilometri, con l’ultimo che lui chiamava quello del carattere. Ma tutto questo lavoro aveva uno scopo e tu, da giocatore, lo capivi: molti teorizzano la sofferenza, per far crescere, ma con Zeman tutto questo aveva anche un obiettivo. Soffrivi e soffrivi, ma poi quando finalmente la squadra riusciva a giocare come lui insegnava, beh, allora, era un piacere. E ti divertivi. Il suo calcio è uno sballo, se fai la punta" Eusebio Di Francesco: "Non ci sono mille metri o corse balzate con tubolari pieni di sabbia che spaventano quanto i gradoni. Se me li ricordo? Eccome, ma li ricordano soprattutto le mie anche! Ma pure lì, è più il pensiero che l’esercizio vero e proprio. La stanchezza sarà inevitabile, ma ricompensata: in campionato difficilmente si va in riserva" Ciccio Baiano: "La durezza e l’intensità dei suoi allenamenti mi portava alle lacrime e a vedere la Madonna, tuttavia devo ringraziarlo perché grazie a lui ho raggiunto obiettivi che mai avrei pensato di ottenere" Mirko Vucinic: "Alla fine di ogni allenamento eravamo sempre tutti morti, poi volavamo..." Cristian Bucchi: "I gradoni? Solo Zeman può permettersi di preparare le partite senza guardare l'avversario..."
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