Prima squadra

La lezione imparata a Reggio Emilia

06.09.2016 09:28

Tre punti a tavolino nel paniere, va bene, ma la lezione imparata dal Pescara a Reggio Emilia è ben più importante del dato numerico della classifica. La serie A non perdona. Non puoi permetterti errori in difesa, non puoi concederti il lusso di creare tanto e di segnare poco. Il calcio è strano, non lo scopriamo oggi. E può essere anche crudele. Talvolta accade che una squadra, in questo caso il Pescara, dia spettacolo per quarantacinque minuti  - un'ora ma che capitoli alla prima occasione subita senza aver più modo di recuperare. In casa con il Napoli e a Reggio Emilia contro il Sassuolo il Pescara sul campo ha sicuramente raccolto meno di quanto seminato. Max Pezzali, storico leader degli 883, commenterebbe che «è la dura legge del gol». Contro l'Inter ci sarà il primo banco di prova per saggiare la consisteza di un Pescara che sembra mancare dell'uomo-gol garanzia e che nei primi 180' di campionato è sembrato non ancora al top della condizione atletica. Come è anche normale che sia, in fondo. La sosta è sicuramente servita per aumentare il minutaggio nelle gambe dei biancazzurri, aspetto fondamentale in una squadra che pratica un gioco dispendioso. Non è stato un caso che Benali e soci siano stati bucati non appena siano andati in apnea (con il Napoli), ma già il match con il Sassuolo, concluso in crescendo (Delfino all'attacco e Manaj a divorarsi il possibile 2-2), lasciano ben sperare sotto questo aspetto. Il gioco è la garanzia del Pescara targato Oddo, al netto degli interpreti. E dovranno essere il gioco e l'intensità a mascherare i deficit di struttura che questa squadra sembra avere. Se in B la classe di alcuni singoli ha permesso di vincere anche partite non proprio scintillanti, in A il Pescara è la Cenerentola poco esperta. Ci sono alcuni uiomini con una carriera importante alle spalle a fungere da leader del gruppo, ma la maggioranza dei biancazzurri sono dei novizi della massima categoria. Bisognerà pagare meno dazio possibile a questo aspetto, capendo che talvolta portare a casa un punticino è più saggio che non cercare la vittoria a tutti i costi perdendo alla fine la partita. Specialmente negli scontri diretti, pareggiare non significa solo muovere la classifica e avere un'iniezione di fiducia per il morale ma consente di mantenere intatti i distacchi con le avversarie. Ci saranno gare da vincere ad ogni costo, è ovvio, ma in primis sarà fondamentale non perderle. Verranno affronatte squadre che da anni veleggiano nei quartieri nobili della serie A e che sanno gestirsi al meglio, anche quando il fiato è corto e le gambe non sembrano girare benissimo. Il campionato è più una maratona che non altro, partire bene è importantissimo (di solito si dice che "chi fa punti subito si salva") ma è alla lunga che emerge il valore valore di un team. Sarà importante capitalizzare quanto più possibile le occasioni create, non disgregarsi nei momenti fisiologici di difficoltà (che devono essere messi in preventivo) e fare qualche colpo non preventivato in partite che sulla carta sembrano avere il pronostico chiuso. L'avvio di campionato mette al cospetto del Pescara nelle prime 5 gare squadre importanti e rodate, fare più punti possibile potrà risultare fondamentale. Ma ciò che sarà determinante - come già sottolineato -  verrà sancito dagli scontri salvezza: guai fallirli.

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