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Verratti, 10 anni col Psg. "Eppure non ci voleva andare all'inizio..."

L'amico ed ex compagno Damiano Zanon racconta....

18.07.2022 00:01

Marco Verratti spegne 10 candeline su una torta a forma di Tour Eiffel. Oggi, 18 luglio, compie una decade esatta il suo passaggio dal Pescara al Paris Saint Germain, che fruttò una plusvalenza doc da oltre 12 milioni di euro per il Pescara. Ne ha fatta di strada quel ragazzino che incantava in serie B con la maglia biancazzurra e in pochi, 10 anni fa, avrebbero pensato che il “Gufetto di Manoppello” potesse legare indissolubilmente il suo nome ad uno dei club più ricchi e forti del mondo. In questo lasso di tempo, è diventato il giocatore più titolato nella storia del principale club transalpino: 28 gli allori conquistati, con il record assoluto di vittorie in Ligue 1 (8), in Coupe de France (6), in Coupe de La Ligue (6) e in Supercoppa Francese (8). Quell'estate 2012 gli ha cambiato la vita: si pensava a un duello Juventus-Napoli per lui, poi ci fu l'irruzione del Psg e l'affare venne concretizzato dal presidente Sebastiani, dal ds Delli Carri e dall'omologo parigino Leonardo. Regista d'eccezione l'avvocato Donato Di Campli da Lanciano, all'epoca agente del centrocampista, che lo prese per mano quando era poco più di un bimbo fino a portarlo nel Gotha del calcio. Ma all'epoca Verratti era titubante. Lo ricorda bene Damiano Zanon, suo amico e compagno di squadra. “Confermo, Marco non era convinto”, ricorda l'ex terzino biancazzurro, “voleva andare alla Juve. Un giorno a pranzo, sul lungomare, parlammo a lungo della trattativa col Psg. Avevamo appena fatto le visite mediche per la nuova stagione, ma era chiaro che era destinato ad altri lidi. Gli dissi che quello di Parigi era un treno che non poteva perdere, glielo feci intendere chiaramente. La sera stessa decise di andare. Ero sicuro si potesse imporre nel calcio che conta, Marco era un fenomeno sin da ragazzino e pensavo che per lui fosse utile andare in una squadra con giocatori bravi per imparare e diventare ancora più forte. Ma sin da subito ha dimostrato di essere già più bravo di tutti. La scelta, facile dirlo col senno di poi, fu azzeccatissima per lui e anche per le due società, in particolare per il Psg che si ritrova uno dei centrocampisti più forti del panorama europeo se non mondiale. Di lui mi ha sempre sorpreso la naturalezza con la quale scendeva e scende in campo, che sia contro una big al Camp Nou o semplicemente sotto casa. Ha sempre la solita padronanza nel palleggio e quella spensieratezza nel giocare che aveva qui”. 

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