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La Nazionale di Ciclismo Paralimpico fa base (quasi) fissa in Abruzzo

A Francavilla, ma non solo

07.03.2023 00:37

La Nazionale Italiana di ciclismo paralimpico fa ormai base fissa in Abruzzo, da anni. E dopo il primo ritiro del 2023 a Francavilla al Mare, a gennaio, gli Azzurri più vincenti dello sport italiano sono tornati nella cittadina adriatica per una nuova settimana di lavoro in vista di una stagione intensa come poche. Nessun evento con le scuole questa volta, ma alcuni componenti della comitiva hanno partecipato a Pineto alla terza edizione della “Settimana dello Sport Paralimpico e dell'Inclusione”, presenziando al Teatro Polifunzionale all’iniziativa “Campioni nella vita”. Gli atleti sono stati nella circostanza introdotti dal coro delle mani bianche (con l’ASI, associazione sordi italiani) insieme ad alcuni ragazzi dell’Associazione Abruzzo Autismo Onlus e l’ambasciatrice del sitting volley Alessandra Vitale. Gli Azzurri, che hanno lavorato a Francavilla con quartier generale nello stesso hotel che poi ha ospitato la Juve Stabia, squadra che ha tenuto a battesimo Zeman per il suo esordio ter sulla panchina del Pescara Calcio, hanno sudato per preparare i numerosi appuntamenti in calendario, la cui preparazione sarà rifinita ancora una volta in Abruzzo, stavolta a Giulianova, a fine mese. E non sarà una stagione come le altre quella del settore paralimpico della Federazione Ciclistica Italiana: per la prima volta nella storia, infatti, la conduzione tecnica della Nazionale viene divisa tra strada e pista, anche se i due settori continueranno a collaborare in modo stretto. Per questo compito sono stati chiamati due tecnici che hanno una lunga storia alle spalle nel settore, Pierpaolo Addesi, per la strada, e Silvano Perusini, per la pista. Addesi, storico portacolori azzurro di Torrevecchia Teatina, ha raccolto il testimone di c.t. da Mario Valentini, una vera leggenda dello sport tricolore. ‘Faccio parte della Nazionale paralimpica da 19 anni (17 da atleta e 2 da tecnico). Ho vissuto gli anni del boom, con una crescita di atleti e risultati, direi fino al 2016. Poi pian piano, per ragioni anagrafiche e naturali scelte personali, il numero degli azzurri si è ridotto. Quando sono arrivato alla guida della Nazionale mi sono reso conto che il primo passo, per certi versi decisivo per continuare ad ottenere i risultati che ci hanno reso un punto di riferimento a livello mondiale, è quello di far crescere il gruppo. Prima di partire abbiamo fatto un’analisi dei bisogni e delle realtà nelle quali eravamo più carenti', le parole di Addesi. ‘Questi primi raduni (quello svolto a Francavilla e i prossimi di fine febbraio e fine marzo) servono per provare nuovi atleti. Infatti non sto cercando di avvicinare al nostro sport solo tandem, ma anche diversi ciclisti (per chiarire, coloro che fanno riferimento alle categorie C, ndr). La difficoltà, da questo punto di vista, è riuscire a convincere molti ragazzi a mettersi in gioco, a superare quella naturale e umana resistenza che si ha quando bisogna misurarsi con gli altri e con se stessi. Vale per tutti ma soprattutto per chi pensa di non essere in grado di fare certe cose. Il mio tentativo, da qui ad aprile, sarà proprio quello di trovare nuovi ‘talenti’. Dopo inizia la fase di selezione che passa inevitabilmente per la Coppa del Mondo di Maniago, alla quale possono partecipare anche le singole società, e per i Campionati italiani. L’impegno della Nazionale strada proseguirà quindi con la Coppa del Mondo in Belgio e poi, a fine maggio, negli USA. I Mondiali e gli Europei, ad agosto, chiuderanno la stagione”

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