Prima squadra

Vecchi problemi ma un nuovo spirito: l'era Gorgone e i primi segnali positivi

L'incipit del nuovo corso

23.11.2025 08:03

Nuovo corso e vecchi problemi, ma uno spirito positivo che lascia ben sperare per il futuro. La prima partita della gestione Gorgone ha portato in dote un punto al Pescara, ma ciò che più conta è quello che il pareggio preso nel tempo di recupero significa a livello di morale della truppa. La squadra ha dato infatti segnali di speranza e di fiducia, in primo luogo a se stessa e poi a tutto l'ambiente, perchè il Delfino visto all'opera al Ceravolo di Catanzaro è sembrato già un lontano parente di quello molle, sfiduciato e remissivo delle ultime due partite dell'era Vivarini. Il nuovo allenatore in pochissimi giorni non poteva stravolgere tutto e incidere chissà quanto, perchè nessuno ha la bacchetta magica e i limiti strutturali, acuiti dell'emergenza infortuni, restano i medesimi di prima, ma è riuscito già a portare qualcosa di nuovo. Innanzitutto nell'atteggiamento. La scelta di affidarsi a due punte pure e di non consegnarsi totalmente all'avversario, almeno fino a quando le gambe hanno sostenuto i biancazzurri e non è emersa la maggiore qualità tecnica dell'avversario, sono i primi passi verso una metamorfosi necessaria per cullare le speranze salvezza senza che diventino pure illusioni. Pressing e aggressione, pur dovendo inevitabilmente concedere qualcosa, e ripartenze rapide in verticale volte a pungere: questo lo spartito voluto dalla panchina pescarese e ben interpretato dall'undici scelto, che aveva due elementi ripescati dalla soffitta (Tonin e Gravillon) e che si è calato nella parte con umiltà e intelligenza. Due volte in vantaggio e sempre ripreso fino al sorpasso sui titoli di coda della partita, un ceffone in pieno muso che poteva significare resa anticipata ma che, invece, stavolta ha fornito la stura a un forcing finale premiato in pieno recupero, non solo grazie alla forza della disperazione (come in passato, vedi la partita con il Sudtirol) ma anche per la lucidità dell'assalto portato alla porta dell'ex Pigliacelli. Il pirotecnico 3-3 dell'anticipo è sicuramente meritato, non muta la classifica ma permette di iniziare l'era Gorgone con il segno positivo e regala di certo un pizzico di serenità per affrontare una settimana importante, quella che culminerà con la sfida al Padova da non fallire. Sabato all'Adriatico si dovrà vincere a tutti i costi, perchè il campionato non aspetta e dopo due mesi di astinenza dal successo si dovrà per forza brindare ai 3 punti in uno scontro diretto che vale doppio. Ovviamente, però, andranno migliorati tutti quegli aspetti che il cambio di gestione non poteva cancellare via come un colpo di spugna, sempre ammesso che siano tutti di responsabilità della precedente guida tecnica (e ovviamente non è così). La difesa resta fragile e prende gol con estrema facilità: adesso sono 28 le reti al passivo, 20 delle quali incassate nella ripresa a testimonianza anche di una condizione fisica non adeguata. E, cosa ancor più preoccupante, come tante altre volte Desplanches è stato bucato nei primi giri di lancette dopo l'intervallo, chiaro indizio che indica come la squadra rientri scarica e non concentrata dopo il break. C'è poi la questione infortuni, sempre d'attualità. Al Ceravolo sono stati costretti ad alzare bandiera bianca Oliveri e Squizzato, ma se il centrocampista si è fermato per un guaio di origine traumatica l'esterno si è arreso all'ennesimo problema muscolare accusato da qualcuno in queste prime 13 partite. E anche in questo caso, come nei difetti strutturali dell'organico, le responsabilità sono da ricercarsi nella pianificazione della stagione e non nella conduzione tecnica. 

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