
Caso Zampano: ecco su cosa verterà il ricorso del Pescara
Ricorso d'urgenza contro la squalifica di Zampano. Il Pescara fa sul serio ed ha ufficialmente comunicato che sono state attivate le procedure per provare almeno a ridurre di un turno lo stop inflitto dal giudice sportivo al terzino. "Le immagini televisive mostrano chiaramente l’involontarietà dell’episodio sanzionato, in quanto la palla tirata a brevissima distanza colpisce prima il ginocchio e solo in rimbalzo ed involontariamente il braccio del calciatore": così recita la nota stampa diramata dal club nella quale annuncia il ricorso. "La società e il calciatore nel ritenere che non ci sia stato nessun comportamento antisportivo insisterà per una più attenta osservazione di tali filmati allo scopo di rendere giustizia sull’accaduto. Inoltre ci tiene a sottolineare il fatto che lo stesso calciatore Francesco Zampano nonostante la giovane carriera non si è mai reso protagonista di gesti antisportivi", si chiude il comunicato. L’obiettivo è dunque quello di dimostrare la totale involontarietà di Zampano dal momento che il pallone ha toccato prima la coscia poi la mano aderente al corpo. Il ricorso d’urgenza sarà esaminato e discusso venerdì prossimo davanti alla Corte d’Appello Federale Per offrirvi un quadro più esaustivo della situazione, vi proponiano sulla questione anche il parere del noto esperto di diritto sportivo Giuseppe Tampone come diramato dal dirigente stesso a mezzo social. "Al terzino del Pescara viene imputata una delle tre tipologie di infrazioni (le altre sono condotta violenta ed espressione blasfema) che, sul presupposto del "non visto" dall'arbitro e solo per la Serie A e B, consente la prova tv: la "condotta gravemente antisportiva" - scrive Tambone - l'evitare una rete con un tocco di mano è certamente una condotta antisportiva ma solo il dolo ("gravemente") può presupporre il sindacato del Giudice Sportivo su segnalazione della Procura Federale sulla base di immagini di provata affidabilità - continua Tambone - la tesi di contrasto sarà sicuramente incentrata sul tentativo di far degradare l'infrazione rispetto all'imputato "dolo" sulla base di alcune circostanze oggettive che - al netto del gesto "istintivo" del calciatore - possono certamente basarsi sulla velocità dell'azione, sulla vicinanza del genoano che indirizza il pallone, sul tentativo del ragazzo di frapporsi col corpo (il contatto pallone/braccio non è diretto ma infatti seguente al rimpallo sulla coscia) e senza alcun allungamento del braccio per aumentare il volume della presenza del corpo - afferma Tambone - presupponendo il "dolo" (gravemente antisportivo) un'azione progettata, condotta e valutata con coscienza dall'agente, questa aggravante potrebbe anche non reggere alle circostanze di fatto", scrive il dirigente che poi chiude così: "se l'arbitro l'avesse vista, avrebbe espulso il calciatore (condotta antisportiva) ed il Giudice Sportivo gli avrebbe inflitto una giornata". RIVIVI IL CASO ZAMPANO: Le parole di Preziosi: LEGGI QUI La replica di Sebastiani: LEGGI QUI La moviola di Genoa - Pescara LEGGI QUI Le dichiarazioni di Zampano: QUI VIDEO La decisione del giudice sportivo: LEGGI QUI
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