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Alle radici di Sdengo: la Sicilia sua seconda casa

Nel 1969 lascia Praga e sbarca a Palermo dove allena e conosce sua moglie . E guida Licata e Messina

11.04.2023 00:01

Alle radici dello Zeman italiano c'è la sua casa d'adozione, la sicilia. Il signor Sdengo nasce il 12 maggio 1947 a Praga, capitale della Cecoslovacchia (attualmente della Repubblica Ceca), in un quartiere residenziale sulle rive della Moldava e grazie allo zio materno Čestmír Vycpálek, ex giocatore e allenatore due volte Campione d'Italia alla guida della Juventus,inizia ad appassonarsi al calcio. Tra il 1966 e il 1968 Zeman parte, con la sorella Jarmila, per Palermo, per passare le vacanze estive insieme allo zio Čestmír, ma, proprio in quegli anni, scoppia l'insurrezione politica che porterà ai moti della cosiddetta Primavera di Praga. Nella notte fra il 20 e il 21 agosto 1968, l'URSS invia reparti militari per ristabilire l'ordine. Tale instabilità politica lo porta a trasferirsi definitivamente in Italia. Ottiene la cittadinanza italiana nel 1975 e si laurea all'ISEF di Palermo con una tesi sulla medicina dello sport, con il massimo dei voti. È stato insegnante di educazione fisica presso l'Istituto Gonzaga di Palermo. Qui dunque le radici italiane di Zeman, legate a doppio filo, dentro e fuori il rettangolo verde, alla piùmeridionale delle isole italiane. In Sicilia conosce Zeman Chiara Perricone, sua futura moglie, con la quale avrà due figli: Karel, anch'egli divenuto allenatore, e Andrea Zeman Aveva conosciuto la donna, in passato una nuotatrice, quando era alla guida della società di nuoto Lauria, come riporta Wikipedia.. Zeman diventa così italiano, in particolare siciliano, d’adozione e alla terra sicula è legato da oltre mezzo secolo. «Pensavo di non poter vivere lontano da Praga, ma non avevo ancora visto il mare di Mondello», ha rivelato tempo fa il tecnico. Sull’isola Zdenek inizia pure a sperimentare il 4-3-3 alla guida di squadre dilettantistiche, poi nelle giovanili del Palermo, Licata, prima delle esperienze a Foggia e Parma. A Licata c'è una tappa importante. Nel 1985 vince il campionato di Serie C2 con una squadra composta per intero da elementi del vivaio provenienti dalla primavera del Palermo e voluti fortemente dal tecnico boemo. Tra questi sicuramente emerge un certo Maurizio Schillaci, cugino del famoso Totò. Il primo anno di Serie C1 si apre con un debutto in Coppa italia di quelli superlativi, al Dino Liotta vengono battuti con un secco 10-0, i cugini dell’Akragas, anche in campionato la partenza è lanciata, con la vittoria in casa contro il Siena, ed una serie di vittorie tra cui quella in casa 5-0 contro il Bridisi calcio. Tuttavia il Licata raggiungerà la salvezza solo all’ultima giornata. Nel 1986/87 la novità, è l’addio di Zeman, che approda nel Foggia. Nel 1988, il ritorno in Sicilia, nel Messina che partecipa al campionato di Serie B. Il patron Turi Massimino decide di puntare sull’emergente Zeman, che raccoglie la pesante eredità di Franco Scoglio, passato al Genoa. Il ds è Enzo Nucifora (ex Pescara), in rosa ci sono Guido Di Fabio (in passato centrocampista biancazzurro), Giacomo Modica (ex tecnico del Celano) e il marsicano Angelo Pierleoni. In attacco la punta di diamante è Totò Schillaci, che con il boemo esplode definitivamente realizzando 23 gol.
L’exploit a fine stagione gli vale la chiamata della Juventus, che lo acquista per 6 miliardi di vecchie lire (più di 3 milioni di euro). Il Messina chiude all’ottavo posto, un ottimo risultato per una squadra non particolarmente competitiva. L’anno successivo Schillaci diventa il capocannoniere dei Mondiali ’90 che si giocano in Italia. Zdenek ha sempre sperato di poter un giorno allenare il Palermo dei grandi, possibilità mai avuta. Ma c'è ancora tempo, nonostante abbia 75 anni, perchè come raccontato a Sky Sport qualche giorno fa la sua intenzione è invecchiare su un campo da calcio insegnando ai giovani a giocare a pallone….

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