Prima squadra

Il Pescara è ancora un punto interrogativo

Alti e bassi per la truppa che sembra avere comunque buone potenzialità

13.10.2017 00:45

Otto partite non sono una base sicura per fondare giudizi ed emettere sentenze. Ma indicano una tendenza, una sort di orientamento. Il nuovo Pesara ad oggi è ancora una squadra in cerca di fisionomia e di identità. Ma ha ampi margini di miglioramento. 

Il Messaggero ed. Abruzzo nei giorni scorsi ha offertpo molti spunti di riflessione sulle proprie pagine. Noi ve li riproponiamo:

"Un’incognita. E’ questa la realtà di oggi. Il Pescara al momento è una buona squadra con tanti giovani di belle speranze, ma è praticamente impossibile capire quali siano le sue reali potenzialità. Anche il recente compromesso tra squadra e tecnico è un punto interrogativo. Ha fruttato 4 punti fuori casa, segnando pochissimo ma subendo nulla, ma anche una prova incolore e da 0 punti contro il Cittadella.

Capire dove porterà, oggi, questa via di mezzo tra vecchio e nuovo Pescara è impossibile. Bisogna dare tempo a Zeman di trovare un senso a questa stagione, di plasmare il più possibile i giocatori a disposizione per farli diventare, con il passare delle settimane, una sua squadra. Il 4-3-3 oggi è solo un codice per gli amanti delle lavagne e dei moduli: il Pescara non ha il marchio di fabbrica del boemo e rischia di non averlo neanche da qui a fine stagione. D’altronde, non sono bastati finora più di tre mesi di lavoro quotidiano sul campo, lo ha detto lo stesso Sdengo: “Sembriamo il Subbuteo”, riferendosi alla staticità dei suoi uomini durante la partita. Non è un’accusa, ci mancherebbe, perché quello in corso potrebbe rivelarsi un prezioso anno di transizione per tutti, nella costruzione di un nuovo gruppo vincente.

Dopo le retrocessioni, si sa, è sempre molto difficile ripartire con entusiasmo e con un organico pronto. Tra cessioni, arrivi, conferme spesso non volute, il mix può diventare esplosivo. Pescara l’ha già vissuto quattro anni fa, rischiando di finire risucchiato nella bassa classifica nel girone di ritorno e dovendo cambiare anche due allenatori, anche bravi, come Marino e Cosmi. Evitare qualsiasi tipo di rischio, lasciando lavorare l’allenatore (e dargli autonomia e fiducia nel mercato di gennaio) e aspettando che siano al massimo della condizione alcuni potenziali titolarissimi scelti l’estate scorsa per il boemo (i tre attaccanti Ganz, Mancuso, Capone, il centrocampista Palazzi), è l’imperativo di oggi.

La squadra attuale ha i mezzi per fare un buon campionato, ma non per vincerlo. La linea che la divide dai suoi obiettivi, al momento, è molto sottile: un clima negativo potrebbe farla crollare, mentre qualche buona prestazione potrebbe lanciarla in pianta stabile nella colonna sinistra della classifica, con i posti play-off nel mirino"

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