Basket

Fontecchio star nella sua Pescara: "Un orgoglio tornare dove sono cresciuto da giocatore Nba"

Una giornata speciale per il simbolo del basket pescarese e nazionale

11.06.2023 09:04

Un vero e proprio bagno di folla ha accolto nella sua città Simone Fontecchio, nel primo evento pubblico in Italia da quando è un giocatore Nba. L'occasione è stata offerta dal Final Event della Jr. NBA FIP Under 13 Championship, il campionato per mini atleti organizzato dalla Fip in partnership con la Lega dei Marziani e, nonostante il cambio di location causa pioggia dal Marina di Pescara al PalaElettra, in centinaia hanno atteso il fuoriclasse degli Utah Jazz per un selfie o un autografo. “Ho iniziato a giocare per davvero a pallacanestro a Pescara, in questo stesso palazzetto, ed è un'emozione indescrivibile tornare qui da giocatore Nba”, le parole di Fontecchio. “Non lo avrei mai immaginato possibile nemmeno da bimbo, anche se questo era il sogno. E' davvero una figata pazzesca, perchè il pianeta Nba è sempre visto come qualcosa di lontano dalla realtà”, ha aggiunto. Presenti anche nonno Vittorio Pomilio, mamma Malì, zia Maria Vittoria, il fratello Luca – tutte icone del basket nazionale – e papà Daniele, ex ostacolista e semifinalista alle Olimpiadi di Los Angeles, ad unire 3 generazioni di campioni. Particolarmente intenso l'abbraccio con il nonno. “Non vedo Simone da un anno, non potevo mancare”, ha raccontato, prima di ricevere in dono dal nipote una canotta della Nazionale. “Il nonno è il mio punto di riferimento, l'unica persona che ancora ascolto e alla quale chiedo consiglio”, le parole di Simone, visibilmente commosso. La sua esperienza a stelle e strisce, partita a luglio, gli ha già riservato grandissime soddisfazioni. “Il primo anno è stato fantastico, difficile scegliere solo una immagine simbolo”, racconta. “Da quando ho firmato con Utah, ogni istante vissuto fa parte di un fotogramma continuo di un'avventura incredibile, dal primo all'ultimo secondo, un qualcosa di veramente unico che mi porto dentro e che spero di continuare il più a lungo possibile. La schiacciata della vittoria contro Golden State, l'ultima partita a Los Angeles o affrontare i giocatori più forti del mondo fanno parte di un viaggio che non riesco nemmeno ancora a raccontare. Il futuro? Ho ancora un anno di contratto con i Jazz, mi sono trovato molto bene a Salt Lake City e spero di restare”. Prima di sbarcare negli States e di fare faville agli ultimi Giochi Olimpici, il suo nome era già sulla bocca di tutti dopo un biennio fenomenale all'estero, 1 anno in Germania con l'Alba Berlino e 1 in Spagna col Baskonia. “Lì sono passato ad un livello internazionale, il mio status e le mie responsabilità sono cambiate e la mia carriera è svoltata”, racconta Simone. “E' stato un passo molto importante per farmi diventare quello che sono oggi. Ma devo ringraziare tutti i tecnici che ho avuto in carriera, perchè ognuno mi ha lasciato qualcosa di importante”. Tra questi anche l'attuale ct della Nazionale, quel Gianmarco Pozzecco anche lui ieri presente all'evento pescarese insieme al presidente Federale Petrucci, a Neal Mayer, rappresentante Nba in Europa, e alle autorità politiche e sportive locali. “Simone è un esempio che ogni giovane cestista dovrebbe cercare di emulare ed ha due pregi fondamentali”, le parole del Poz, “è un ragazzo appassionato ed innamorato del basket, che pratica ancora divertendosi, ed è soprattutto una persona perbene, aspetto fondamentale per chi pratica un gioco di squadra”. Adesso per loro inizia l'avventura ai Mondiali con la Nazionale. “Non vedo l'ora di partire, veniamo da 2 anni ottimi e vogliamo continuare a fare benissimo”. 

ARTICOLO DA IL MESSAGGERO A FIRMA LUCIANO RAPA

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