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LA MENTALITA’ VINCENTE!

Rubrica "Calciologicamente", realizzata per PS24 dal dott. Pietro Literio, Psicologo/Psicoterapeuta e Docente Universitario

11.06.2023 11:52

Torna la rubrica "Calciologicamente", realizzata per PS24 dal dott. Pietro Literio, Psicologo/Psicoterapeuta e Docente Universitario a Contratto che analizza le vicende del Delfino da un punto di vista del tutto peculiare. BUONA LETTURA !

Il dolore è lancinante e la mente cerca di lenirlo, alleviarlo, tornando sui dettagli e chiedendosi SE. Se Brosco non avesse preso la traversa. Se Merola fosse partito un secondo più tardi per non fare fuorigioco. Se Aloi e Desogus avessero segnato il rigore forse non staremmo qui a rimpiangere il passato e ad elaborare il forte lutto dell’ennesima mancata promozione dall’inferno della serie C. E così la mente cerca di riparare il danno della cocente sconfitta in casa, davanti a un pubblico di Serie A.

La piazza e la società di Pescara non meritavano questo ennesimo sfregio dopo la retrocessione in serie C, questa ulteriore grande delusione ai rigori davanti alla sua Curva Nord. E ora per rialzarsi ci vorrà ancor più forza di prima. 

Non solo: ora c’è il rischio che cresca il cosiddetto effetto “Maledizione” (del gol all’ultimo momento e di essere continuamente recuperati), meglio noto in psicologia come effetto “Profezia che si autoavvera”: se penso o temo che, consciamente o inconsciamente, una cosa accadrà la farò accadere in qualche modo più o meno conscio (come accade in chi crede nell’oroscopo o in chi si scotta con il fuoco). È il caso della Champions League mancata del “Paris Saint Germain” dei fenomeni (campioni d’Europa sulla carta) o della Juve: proprio per il fatto che da anni “devono vincerla a tutti i costi” temono sempre più di non farcela, non ci riescono e la inseguono, “vittime” sembra di una “maledizione” (o incantesimo). Del resto più una cosa “devi farla” o “non devi farla” (non devi subirla o non devi sbagliarla) più probabilmente accadrà il contrario. Così funziona la mente umana, che non ama i “comandi”, i “no”, i “non”, le negazioni”. Se ci dicono “NON devi pensare a una mela” è la prima immagine che ci viene in mente. Se devo dormire a tutti i costi non prenderò mai sonno (se non per sfinimento alla fine della notte). Ma tutto questo riguarda il lavoro mentale nello sport e la preparazione e allenamento della mentalità vincente.

Inoltre, non dimentichiamo mai l’avversario che abbiamo avuto di fronte (Foggia), anzi impariamo la lezione per migliorarci in futuro: Cerignola al 96° minuto, Crotone all’85° e Pescara al 97°minuto, recuperi “last minute” che hanno dato fiducia e potenziato mentalmente il Foggia (effetto “potenziamento”). Una squadra tignosa, grintosa che non molla mai fino all’ultimo secondo, organizzata e propositiva, resiliente. Soprattutto abbiamo potuto vedere una squadra più ottimizzata dal punto di vista mentale, motivazionale: grazie anche al fatto di avere meno da perdere nei playoff (del Pescara) e grazie al fatto di non giocare in casa la gara di ritorno (come accaduto anche al Lecco), che ha permesso loro di “sgravarsi” dalle aspettative di fare “brutta figura” (o di perdere) davanti al proprio pubblico (effetto “campo” al contrario) e di ritrovarsi più spronati, agguerriti “da soli” (o quasi), “loro contro tutti”, nella bolgia dell’Adriatico (effetto “accerchiamento”). 

È mancata così la cosiddetta “mentalità vincente” al nostro Pescara, come certificato da Mister Zeman a fine gara. Del resto lo stesso mister, in conferenza stampa pre gara, aveva definito il suo Pescara “ACERBO”, che sembra timoroso sia negli approcci iniziali alle gare sia quando passa in vantaggio, chiudendosi, smettendo di giocare e proporsi, abbassandosi in campo e mentalmente. Sembra che scatti automaticamente e continuamente nella testa dei giocatori il “riflesso condizionato” atavico (dai playout in B) di “non prenderle”, di gestire il vantaggio, di difendere invece che continuare ad attaccare, snaturandosi e alimentando così la sua ansia da prestazione e la sua mentalità perdente nel corso dei playoff (e non solo).

La mentalità vincente quindi o ce l’hai (come risorsa personale e di squadra) o la costruisci con il lavoro di preparazione mentale. 

Per gli addetti ai lavori, quello a cui assistiamo da anni (dai playout di serie B ai playoff di Serie C del Pescara), è ben chiaro e noto: si tratta di scarsa ottimizzazione mentale o, per dirla sempre alla Zeman, di scarsa mentalità vincente (l’atteggiamento e l’approccio in campo non ottimali), che fa la differenza a parità (o quasi) di valori fisici, tecnici e tattici.

Se aggiungiamo a questi aspetti mentali fondamentali, da curare particolarmente nei momenti delicati (come i playoff o gli spareggi), gli “esperimenti” tattici (forse destabilizzanti) in semifinale di Zeman (che cambia continuamente formazione con Gozzi, D’Aniello e Vergani rispetto ai titolari precedenti) la “frittata” dell’ultima cocente sconfitta, della grande delusione o, se volete, del film “horror” è servita, e fa molto male al mister stesso che ha scommesso su alcuni giocatori. 

Ormai sono 3 anni che il Pescara arriva piuttosto intimorito, scarico mentalmente, senza mentalità vincente agli appuntamenti importanti e ai playoff, affondando sempre più nell’inferno e nelle sabbie mobili della serie C. 

Puoi essere il “Paris Saint Germain” ma la Champions non la vincerai mai se non credi, non investi, non costruisci e non lavori sull’ottimizzazione mentale, sulla cosiddetta “mentalità vincente”, di pertinenza degli addetti ai lavori, al pari della preparazione fisica, tecnica e tattica, con le tante tecniche di preparazione e potenziamento mentale a disposizione: l’allenamento per simulazione, per avversità, tecniche di rilassamento e meditazione, tecniche di team building e goal setting, tecniche di dialogo interno e immaginazione potenzianti (rispetto ai tanti pensieri limitanti che passano umanamente nella testa dei giocatori in questi momenti e in queste calde sfide) che tanto sarebbero serviti e servono ancora al nostro Pescara.

Alla società l’ardua sentenza, per non continuare inutilmente a soffrire e permettere al Pescara che verrà finalmente di rinascere dalle sue ceneri più bello e forte di sempre!

Prof. Pietro Literio

Psicologo/Psicoterapeuta e Docente universitario a contratto

Mail: [email protected]

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