
Terza squadra Nba per Simone Fontecchio: vola in Florida
A Ripa Teatina la prima uscita da nuovo giocatore di Miami
“Welcome to Miami”. Il ritornello di una celebre canzone di Will Smith è la perfetta colonna sonora della bomba di mercato arrivata l'altra notte dall'altra parte dell'Atlantico e che riguarda Simone Fontecchio, primo abruzzese nella storia a giocare nel campionato Nba e unico italiano nell'ultima stagione nella Lega dei Marziani del basket. Il campione che domani sarà insignito a Ripa Teatina del Premio Rocky Marciano, infatti, è passato dai Detroit Pistons agli Heat della Florida. I Pistons hanno acquisito con un “sign and trade” Duncan Robinson (triennale da 48 milioni di dollari), girando a Miami il 29enne pescarese che aveva ancora un anno di contratto a 8,3 milioni di dollari. Per Fontecchio il passaggio agli Heat, sua terza franchigia americana dopo gli Utah Jazz ed i Pistons, rappresenta un upgrade che può risultare determinante in vista della prossima estate, nella quale sarà un free agent. Miami sembra infatti in questo momento una soluzione molto più interessante della Detroit di JB Bickerstaff per lui, che in questi primi anni in Nba ha comunque dimostrato delle doti interessanti da grimaldello utilizzabile dalla panchina. Trova una leggenda come Pat Riley dalla quale può imparare tanto, ma soprattutto adesso può concentrarsi per davvero - senza dunque pensare al mercato – ai prossimi impegni con l'Italbasket (a partire dall’Europeo che si svolgerà dal 27 agosto al 14 settembre, con gli Azzurri che giocheranno la prima fase a Limassol, in Cipro). Le gare con la Nazionale di Pozzecco precederanno la nuova stagione agonistica in America, fondamentale per il futuro di Fontecchio. La sua ultima è stata comunque positiva, con i Piston arrivati ai playoff: ma l'abruzzese nel post season non è sceso in campo. La sua squadra era stata eliminata dai Knicks e proprio i newyorkesi e i Los Angeles Lakers erano dati sulle tracce del figlio e nipote d'arte, che però adesso riparte da un team ambizioso anche se meno iconico dei due citati. Fontecchio appare perfetto per il sistema di coach Erik Spoelstra, rispecchiando la “Heat Culture”, ovvero la capacità di adattarsi a più ruoli e di dare intensità in entrambe le metà campo. Nel suo ruolo all’interno delle rotazioni di Miami la concorrenza non manca, dato che ci sono Andrew Wiggins, Jaime Jaquez jr., Haywood Highsmith, Nikola Jovic e Kyle Anderson, tutti giocatori che possono avere un minutaggio importante, ma Simone è pronto per la sfida. Che vuole vincere. E già sa che dovrà arrivare in grande condizione al training camp, che scatterà proprio dopo la rassegna continentale. FOTO LATTANZIO G.
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