
Alla ricerca di equilibrio, solidità e certezze
Il Pescara è ancora un cantiere aperto, ma il tempo passa....
Il Pescara torna dall'infrasettimanale di Gubbio con un punto in più ma con qualche certezza in meno. Le principali conferme avute in terra umbra, infatti, non sono state di segno positivo: approccio negativo al match, difesa traballante e ancora perforata e attacco che è andato in gol in modo se vogliamo estemporaneo (azione confusa viziata probabilmente da due falli pro Gubbio non sanzionati - ma col merito di aver creduto fino in fondo ad uno sviluppo positivo - ed eurogol di Clemenza). Problemi che dopo 6 giornate di campionato e 2 di Coppa Italia si ripropongono puntualmente. E non è un segnale benevolo.
8 gol subiti - anche se nel computo ci sono autogol e rigori contro - dopo 6 giornate sono tanti, troppi per una squadra che vuole vincere il torneo. Basti pensare che la Reggiana, prima in classifica e prossima avversaria, ne ha subito appena 1 (a fronte di 10 gol fatti, uno solo in meno del Pescara), Siena e Imolese solo 2 e che nelle prime 10 della classe hanno incassato di più solo Pontedera (9) e Virtus Entella (10)…. Proprio i liguri dell'ex Dessena sono la grossa delusione del primissimo scorcio di campionato e saranno a brevissimo al cospetto di un Delfino che nel suo percorso di crescita sembra essersi bloccato. A Gubbio, contro una squadra tatticamente preparata in modo ottimale da Torrente ma non di certo irresistibile per valore assoluto dei suoi uomini, i biancazzurri non hanno mai dato la netta sensazione di poter portare a casa i 3 punti. E anche con la Viterbese la prestazione è stata altalenante, troppo. Adesso, eccetto la sfida con la Fermana, sulla carta la banda Auteri deve affrontare tutte le squadre favorite al salto di categoria e con queste compagini presumibilmente non ci si potrà permettere un Pescara a mezzo servizio. Se con le avversarie finora incontrate è bastato il minimo sindacale o poco più per rimanere imbattuti, grazie ad una rosa ampia e ad un gap tecnico che con i cambi si è reso evidente, contro le presunte corazzate del torneo - al pari del Delfino - e le squadre accreditate alla vittoria finale si dovrà fare necessariamente di più.
L'imperativo primario è provare a blindare la difesa, ora troppo perforabile e preda di errori individuali e di reparto. Forse una linea a 4 consentirebbe di coprire meglio in larghezza il campo e un centrocampista in più garantirebbe protezione alla retroguardia e chance al tridente di evitare troppo lavoro in fase di non possesso, ma ai rimedi deve pensare il tecnico. Che a fine partita giustamente ha gettato acqua sul fuoco di facili e anticipati giudizi, facendo sudo ai suoi ragazzi e chiedendo tempo. Di certo, però, il suo Pescara deve trovare un equilibrio che ora non ha e non deve rischiare di perdere troppi punti per strada di una stagione che sarà lunga, difficile ed estenuante.
E allora da dove si deve partire per il ciclo intenso di gare di spessore che aspetta la truppa? Certamente dagli errori commessi e dai problemi noti e confermati in queste prime giornate, che vanno analizzati e risolti il prima possibile, ma anche dai punti di forza: una buonissima condizione atletica, uno spessore generale a livello qualitativo nettamente superiore alla maggioranza delle altre squadre del girone e la possibilità di utilizzare 5 cambi per rivoluzionare/migliorare/cambiare la squadra. Però se con i margini di miglioramento che ci sono, tanti e di non poco conto, Il Pescara è ancora imbattuto e ad un tiro di schioppo dal primo posto non c'è poi tanto da disperarsi, anzi…
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