Prima squadra

Gaudenzi a PS24: "Ho vinto l'Intercontintale col Milan, ma io sono pescarese dentro"

28.10.2016 08:26
La gloria in una piccola città o il doppione nel grande club? Il dilemma è frequente nel calcio: anche se ci sono sempre meno bandiere, ancora alcuni calciatori preferiscono il calcio “di periferia” da protagonisti all’anonimato nello squadrone. Gianluca Gaudenzi ha provato entrambe queste esperienze: importante pedina per Galeone, riuscì col Pescara a salire nella massima Serie e, la stagione successiva, a centrare la salvezza. L’avventura al Milan (e che Milan!) fu comunque indimenticabile nel suo percorso di crescita. In esclusiva per Pescara Sport 24 lo abbiamo contattato per ripercorrere queste tappe e arrivare a parlare della sfida di domenica proprio tra Milan e Pescara. Un passato glorioso in Abruzzo: cosa ricorda con piacere della promozione in Serie A con Galeone? Credo che quella promozione rimanga nella storia. Fu una stagione molto particolare perché si partì in ritiro con 10 giocatori non sapendo se avremmo giocato in Serie B o C. Ci fu il ripescaggio nella serie cadetta e riuscimmo a fare il miracolo; questo fu merito di tutti i giocatori, del mister e del pubblico che domenica dopo domenica ci sostenne sempre di più. A Bologna fu qualcosa di davvero incredibile: 100 pullman, treni pieni: a Pescara ho passato gli anni più belli della mia carriera. Il giocatore più forte di quella squadra? Penso Rebonato, perché riusciva a spostare gli equilibri da solo. Voglio ricordare altri elementi davvero importanti come Pagano, Gasperini. Tutta la squadra fu però spettacolare. L’anno successivo, nella massima serie, l’esordio che non ti aspetti: 0-2 a San Siro contro l’Inter Si, vincemmo a Milano con gol di Galvani e Sliskovic. Partimmo davvero bene, sulle ali dell’entusiasmo. Sono stato davvero fortunato a far parte di un gruppo unito e concentrato a raggiungere l’obiettivo salvezza. Nel suo percorso da calciatore anche un'esperienza al Milan nella quale ha alzato la coppa intercontinentale: quali differenze ci sono tra Pescara e Milan a livello societario e mentalità? Credo di esser stato nel Milan più forte di tutti i tempi: entrare a Milanello era diverso, un qualcosa di speciale che porto dentro. Una squadra che giocava a memoria con elementi illegali come i tre olandesi e la difesa imperforabile con Tassotti, Baresi, Costacurta. Ho avuto la fortuna di entrare nella finale intercontinentale a Tokyo al posto di Donadoni, ho vinto una Supercoppa Europea contro la Sampdoria. Ciò non toglie il mio attaccamento principale al Pescara. Passando alla partita di domenica, come può il Pescara di Oddo mettere in difficoltà il Milan? In realtà il Pescara riesce a creare problemi a tutte le squadre che incontra. Il problema è che non riesce a portare a casa dei punti che potrebbero aumentare il divario per staccare la zona salvezza. Ogni partita giocata, la squadra di Oddo ha dimostrato di saper giocare palla a terra. Serve quel qualcosa in più per strappare successi importanti e sperare di centrare l’obiettivo salvezza. Può essere una partita diversa rispetto alla debacle contro l’Atalanta? Abbiamo notato che il Pescara fa meno fatica con le grandi squadre, che concedono spazi invitanti in ripartenza. Penso che il Pescara possa giocarsela come sempre. Queste sono però le partite da sfruttare: i giocatori veloci e tecnici che si esaltano con gli spazi, potrebbero davvero far male. Il problema è creare un’identità difensiva, per far sì che non si commettano certi errori che possano portare alla sconfitta. Manca un attaccante d’area, un bomber. Se i biancazzurri avessero avuto un Lapadula – che io ho allenato a Vercelli – avrebbero avuto più punti perché avrebbe finalizzato la mole di gioco dei compagni. Cosa deve fare il Pescara per salvarsi? Può dare qualche consiglio al mister, lei che ha ottenuto la salvezza con questi colori? Credo che debba avere la mentalità di eliminare certi errori troppo brutti da vedere in Serie A. A volte gioca grandi match ma per una sbavatura ingenua rovina tutto: questo può succedere una volta, non di più. Oddo è comunque molto bravo, sta facendo vedere delle cose importanti al suo primo anno nella massima serie. Anche se non sta raccogliendo moltissimo, ha una sua identità di gioco e nel panorama calcistico italiano resta uno dei migliori in prospettiva. Come finirà Pescara – Milan e per chi tiferà? Io sono un pescarese dentro: nella mia esperienza in Abruzzo, sarà perché ero giovane e con poca esperienza, trovai qualcosa di unico. Venivo dalla Serie C e vedere un pubblico così caldo, trovarmi 40 mila spettatori alle partite che cantavano il nostro inno, sono cose che non si dimenticano. Ho vissuto delle emozioni davvero indescrivibili. Spero che il Pescara possa uscire indenne da Milano, i tifosi si meritano una grande salvezza perché sono una roba incredibile (ride ndr). San Siro nel destino: Gianluca giocò e vinse la sua prima partita in Serie A, il Pescara di Oddo spera possa essere la svolta di questo campionato. Non sarà semplice ma una cosa è certa: chi gioca per questa città dà tutto e non dimentica mai i colori biancazzurri. Gaudenzi insegna.

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