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Brugman si candida: "La Celeste? Sono pronto". E...

06.10.2016 09:40
La Celeste, sogno o possibile realtà? Gaston Brugman sa che per indossare la camiseta della Selección deve necessariamente fare benissimo a Pescara. La concorrenza è folta e qualificata, per la Nazionale dell'Uruguay nel suo stesso ruolo scalpita anche il fraterno amico Lucas Torreira. Ma Brugman ci crede e vuole andare a tutto...Gas! Il playmaker del Pescara di recente ha rilasciato un'intervista esclusiva ad una delle testate principali del suo Paese, "Urugol". Vi riproponiamo alcuni stralci. Brugmna nsta vivendo un momento personale positivo anche se il suo Delfino non è ancora decollato. "E' chiaramente un buon momento, ho raggiunto la continuità in serie A e nel calcio italiano cioè un grande risultato. Sono in un momento di importante maturazione che segna senza dubbio un passo avanti nella mia carriera, che sarebbe stato impossibile senza aver attraversato tutte le fasi precedenti. Ognuna di quelle mi ha lasciato esperienza e conoscenza, dal settore giovanile e la Serie B con l'Empoli, fino alla fase precedente a questa con il Pescara, dove ho avuto un grande anno ma troncato quando ho rotto il legamento ginocchio e sono stato 6 mesi fuori. Ma ogni momento è stato importante e di crescita personale". In Italia, il buon Brugman è arrivato giovanissimo: "Era tutto nuovo. La verità è che il club, solito ad avere tantio giovani dall'estero e dalle altre parti d'Italia, non ci ha fatto nulla nella vita quotidiana e dal punto di vista calcistico era tutto molto ordinato. Forse è stato più difficile il passo di trasferirsi a Montevideo con i miei cugini, a soli 13 anni. Per fortuna ci sono state persone che mi hanno aiutato in quel momento come Raul Moller, il prof (Javier) Noble, Ramiro Martinez e Fabian Coito e è stato il mio allenatore al Penarol". Ad Empoli lo aiutaronio nell'ambientamentamento Signorelli e Giacomazzi e un giocatore che però non ha sfondato: Gastón Camaño. "Abbiamo fatto tutto il settore giovanile insieme, c'è più di un'amicizia, è come se fosse mio fratello", racconta Brugman. In Italia ha cambiato modo di giocare e ruolo. Ora è un playmaker, lui che è nato trequartista e che amava giovare in più ruoli sul fronte offensivo. Empoli, Grosseto e Palermo ("esperienza che mi ha comunque arricchito") sono state tappe importanti, ma la svolta è avvenuta a Pescara. Con Marino prima e Oddo oggi. "Dare il giusto equilibrio e dettare i tempi", sintetizza il riolo di play il giocatore. Ora sogna la Celste, quella Nazionale che ha conosciuto solo a livello giovanile partecipando ad un sub 15 (sconfitta per differenza reti con il Brasile) ed un Mondiale baby in Nigeria (Selecciòn sconfitta dalla Spagna). "Direi una bugia se dicessi che non mi passa per la cabeza, sarebbe qualcosa di splendido. Quando lo staff tecnico del team nazionale dice che stanno seguendo le orme di tutti gli uruguayani all'estero, umilmente mi sento preso in causa. Devo continuare a lavorare ma affrontando tanti campioni ogni settimana e facendo bene chissà....Ora però resto solo un tifoso" Prima di tutto deve però aiutare il suo Delfino a centrare l'obiettivo massimo. "Il Pescara, squadra provinciale e neopromossa, ha come obiettivo principale quello di mantenere la categoria. Le statistiche dicono che è molto difficile rimanere in Serie A, ma chi ci riesce per il secondo anno ha maggiori possibilità di salvarsi anche per una questione di denaro che riceve il club. Abbiamo iniziato bene nel gioco,nonostante un calendario molto difficile all'inizio con Napoli, Inter, Lazio, Sassuolo, tutte le squadre sono nella top 10".

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