Prima squadra

Perchè credere alla Serie A diretta

23.02.2016 08:45
Della sconfitta di Cagliari non resterà solo l'onore delle armi. I sardi scavano il solco sulla terza, andando a + 13, ma il Pescara non esce affatto ridimensionato dalla Partitissima. Dei 90 minuti al Sant'Elia resta la certezza che il Pescara lotterà fino alla fine per l'approdo diretto in Serie A, quello celebrato senza l'appendice dei playoff. Per almeno 60 minuti, nonostante le assenze ed un centrale difensivo adattato, i biancazzurri hanno dato spettacolo e una lezione di calcio alla corazzata della serie cadetta. E' mancato solo il colpo del ko quando il Cagliari sembrava un pugile alle corde che un alito leggero di vento avrebbe fatto cadere al tappeto. Il grosso limite dei biancazzurri è stato proprio quello di non riuscire a concretizzare la grande mole di gioco prodotta e le numerose palle gol create. Nei restanti 30 minuti si è lottato ad armi pari. Poi la fortuna ha aiutato non i più audaci, ma i più concreti. Le occasioni create da Melchiorri e soci si contano sulle dita di una sola mano (e qualcosa avanza anche), poi la Dea Bendata ha deciso di far vestire nuovamente i panni del goleador a Gianluca Lapadula, ma questa volta nella porta sbagliata. Il calcio è così: non sempre vince il più forte e non sempre trionfa chi avrebbe meritato di farlo. Al Sant'Elia sarebbe stato stretto il pareggio, figuriamoci il ko. Il Pescara dal doppio confronto con il Cagliari esce paradossalmente più forte, nonostante la sconfitta nei secondi 90 minuti. Il gap in classifica si spiega con il periodo di rodaggio ad inizio torneo di una squadra quasi tutta di nuovo conio e composta in prevalenza da giovani e da qualche punto perso per strada, causa ingenuità ed inesperienza, che grida ancora vendetta. Ma il Pescara non deve (e, probabilmente, non doveva) fare la corsa sul Cagliari. Il Pescara deve puntare alla Serie A diretta per altre strade. Raggiungendo e superando il Crotone, oppure staccando la quarta di 10 punti. Mission impossibile comunque la si voglia vedere? Forse no. Il Crotone sta giocando un calcio piacevole e redditizio, andando oltre ogni più rosea alternativa. Ma il traguardo è ancora lontano, lontanissimo. E le bucce di banana sono dietro l'angolo. "Si diceva la stessa cosa del Carpi lo scorso anno", replicheranno in molti alla precedente considerazione. Vero, ma ogni campionato ha una propria storia. E le battistrada di allora non avevano alle costole un Pescara così, che oltretutto è in grado di mettere tra se stesso e le proprie inseguitrici la distanza giusta per andare in A a braccetto con le attuali prime due della classe. Novara, Bari e le altre non brillano affatto. Prima dello scontro diretto in Calabria - quello si che potrà essere decisivo - il Pescara ha tre turni agevoli (due consecutivi in casa, con Ascoli e Trapani, e la trasferta di Vercelli)  prima che Baroni ed il suo Novara fungano da prologo e da prova generale alla Super Sfida. Bisognerà fare più punti possibili nelle prossime 4 partite per mettere pressione ai pitagorici e scavare una distanza ancora più importante con le squadre che seguono. L'orchestra di Oddo ha confermato di produrre una deliziosa sinfonia, che però ha bisogno degli assoli degli interpreti per essere sublime. Anche per questo si deve puntare alla A diretta senza l'appendice dei playoff, quando potrebbero mancare alcuni "musicisti" importanti e quando condizione fisica e mentale giocheranno un ruolo determinante, forse maggiore dei valori tecnici. "Puntiamo dritti alla Serie A!", ha detto Oddo a fine Cagliari - Pescara. Lui ci crede, la squadra ci crede ed il popolo pescarese, che ha accolto i biancazzurri da trionfatori al ritorno da Cagliari all'Aeroporto Liberi, ci crede. "Bisogna sempre pensare in grande senza mai dimenticare che si diventa grandi grazie anche alle piccole cose", recita un noto aforisma.  L'impresa è possibile, bisogna costruirla giorno dopo giorno...

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