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Nargiso a PS24: "Il tennis italiano sta bene. Ai ragazzi e ai genitori consiglio..."

Parla un grande campione della racchetta, ora tecnico

03.06.2017 00:17

Chi non ricorda Diego Nargiso? Ex n. 67 delle classifiche ATP nel singolo e n.25 per il doppio, ha partecipato a ben 3 Giochi Olimpici (Seul 1988, Barcellona 1992 e Atlanta 1996) e si distinse particolarmente in Coppa Davis, sia in coppia con Gaudenzi sia in tandem con Camporese. 

Presente a Francavilla nelle scorse settimane per gli Internazionali d'Abruzzo, a PescaraSport24 ha parlato del tennis italiano e dei suoi ricordi.

Lo stato del tennis nostrano: "Il tennis più o meno molto simile a quello che era qualche anno fa, dall’epoca dell’arrivo del professionismo, sicuramente i materiali sono più innovativi e c’è meno tattica, ma le differenze non sono enormi. L’Italia si difende abbastanza bene, nel reparto femminile abbiamo sempre fatto benissimo, soprattutto ultimamente, e nel maschile ci siamo tolti qualche bella soddisfazione, anche se si può fare sicuramente di più. C’è una serie di ragazzi che stanno crescendo bene e che daranno continuità al nostro movimento, sono fiducioso".

Il consiglio a chi si accosta al tennis: "I ragazzi vanno aiutati nella loro predisposizione ma non spinti, soprattutto all’inizio. Devo essere i ragazzi a curare la loro grande passione, devono essere agevolati e messi nelle condizioni di partecipare alle competizioni ma non devono essere i genitori ad essere il motore di questa attività, lasciando fare serenamente ai maestri il loro lavoro, dandogli fiducia senza essere troppo pressanti. Se un ragazzo ha qualità per emergere lo farà"

I suoi ricordi di campione: "I ricordi belli sono tanti, quelli della Nazionale soprattutto, a partire dall’emozione provata alle Olimpiadi, sia come atleta sia persona, ma anche i Quarti di Finale a Miami da singolo, che sono stati l’apice della mia carriera perché era come un Grande Slam, si giocava a 128 competitori e c’erano tutti i migliori del mondo. La Coppa Davis nel doppio è quella che mi ha regalato le maggiori soddisfazioni e le più grandi emozioni. Il rimpianto? Quello di non ver vinto un torneo dell’ATP pur avendo disputato alcune finali e molte semifinali. A Palermo nel 2000 ho avuto un’ottima chance di vincere, fu un vero peccato"

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