Prima squadra

Pescara, cosa va e cosa non va

Cosa è emerso dai primi 180 minuti di campionato?

04.09.2018 00:56

180 minuti di gioco sono pochi, pochissimi per fondare qualsiasi tesi. Il Pescara è partito indubbiamente con il piede giusto, portandosi a casa 4 punti sui 6 disponibili (frutto di un pari esterno, a Cremona, e di una vittoria interna, con il Livorno), ma c'è ancora tanto su cui lavorare. E mister Bepi Pillon ne è perfettamente consapevole e resta dunque con i piedi per terra.

Le prime due partite di campionato, tuttavia, indicano qualche tendenza. In particolare, se aggiungiamo anch ele due gare di Coppa Italia disputate (con Pordenone e Chievo), si nota subito che il nuovo Pescara crea gioco e occasioni, ma difficilmente buca la porta avversaria. In particolare, in campionato dei 3 gol realizzati ben due sono arrivati su rigore ed uno all'ultimo assalto. Poco, anche se hanno fruttato 4 punti. Il Pescara ha giocato e costruito occasioni, ma ha segnato solo su calcio piazzato. Bisogna cominciare a tramutare in gol la mole di azioni costruite. "La squadra gioca, crea, sviluppa, ma deve imparare a gestire", la sentenza di mr Pillon.

Bene i rifornimenti dalle corsie esterne per il centravanti-boa, meno bene i tagli degli esterni e gli inserimenti degli intermedi di centrocmpo che devono essere più concreti. La nota positiva? Cocco si è sbloccato. In serie B con la maglia del Delfino, Cocco aveva segnato un solo gol su rigore proprio contro i toscani nel gennaio 2016. A distanza di 32 mesi, una doppietta dal dischetto tra l’altro decisiva. Si muove bene, sta bene fisicamente ma ora necessita di un gol su azione per interrompere definitivamente l'incantesimo. Tutto questo senza dimenticare che c'è Monachello che scalpita.

Note liete dal centrocampo: è il reprto più forte di questo Pescara ed uno dei migliori, almeno sulla carta, dell'intera categoria. Anche nelle alternative. Melegoni ha fisico, tempi di inserimento e tecnica: al debutto ha ben figurato, soprattutto contando che era alla sua prima tra i professionisti. Ed anche Kanoutè è entrato bene in patita, "facendo legna" nel momento in cui serviva farlo in termini di interdizione ed aggressività sull'uomo.

Altro aspetto positivo l'unità del gruppo, sottolineata al di là delle frasi di corcostanza da tutti gli elementi sin dal ritiro, e la voglia di non mollare mai, lottando su ogni pallone fino alla fine del match. Lo si è visto a Cremona con tutta evidenza, lo si è confermato col Livorno anche nel momento di massimo forcing degli amaranto con i biancazzurri in apnea. Bisogna però migliorare nella gestione della partita, sul due a zero serve pressare alti ed invece gli undici di Pillon si sono abbassati,pagando dazio all’ingresso di Diamanti sul quale le contromisure non hanno avuto efficacia. In difesa, da evitare talune ingenuità e talune amnesie, ma con Scognamiglio ancora in naftalina chiunque abbia giocato nei primi 180' non ha sfigurato.

Certamente servono test più probanti per valutare tutto con più dati, ma l'inizio è incoraggiante. E con due settimane di lavoro alle porte la situazione dovrebbe migliorare. 

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