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La crisi dello sport pescarese

C'era una volta una città che primeggiava ovunque, in ogni disciplina...

12.08.2020 00:59

C'era una volta il grande sport pescarese. Oggi, nonostante un ultimo decennio comunque importante, Pescara rischia di ritrovarsi quasi totalmente fuori dallo sport italiano che conta. Per l'era d'oro bisogna tornare indietro più di 30 anni.

Correva l'anno 1987 quando Pescara diventò l'Eldorado dello sport abruzzese. La città era tutto un fremito sportivo, attirando tifosi e appassionati da ogni parte dell'Abruzzo (e non solo). La squadra di calcio inaugurava l'epopea galeoniana con la conquista di una storica serie A da parte di un manipolo di ragazzini che dovevano disputare la C e che si ritrovarono ripescati in B per le vicissitudini del Palermo, il Settebello della pallanuoto, quello dei vari Estiarte, Calcaterra e Pomilio, iniziava una straordinaria cavalcata che portò Pescara ad issarsi sul tetto d'Europa con la conquista della Coppa Campioni dopo aver festeggiato già Scudetto e Coppa Italia, e la squadra di basket, che allora si chiamava Facar, era in A2. E poi c'era anche la pallavolo, con la Vianello che calamitava l'attenzione generale dopo aver raggiunto addirittura la serie A1. Nata come Gs Pescara Volley, nel '75 diventò presidente Vianello che fece compiere il decisivo salto di qualità alla squadra che dalla serie B in soli cinque anni arrivò in A1, la massima serie, quella che oggi appare una chimera per tutte le squadre cittadine di ogni disciplina.

Il Pescara Calcio vive proprio in questi giorni la doppia sfida playout per evitare la C, categoria dove può tristemente tornare dopo 10 anni di grande calcio con 2 campionati in A alle spalle. Anche per la pallanuoto sono giorni di ansia e paure. La squadra erede del grande team capace di dominare in tutto il continente e di essere ancora oggi l'unica squadra italiana ad aver vinto almeno una volta tutte le coppe europee, non si è iscritta in A2 entro il termine tassativo del 10 luglio ed ora spera che venga accettata la richiesta formulata in ritardo via pec dopo aver risolto, almeno parzialmente, la vicenda Naiadi.

E il basket? Tra le donne una volta c'erano la Pitagora e la Despar in A, oggi le società cittadine cercano di sopravvivere nelle categorie inferiori provando a portare avanti la pallacanestro tra mille difficoltà. Ma è tra gli uomini che c'è più amaro in bocca: un anno fa l'Amatori, al termine di una stagione da fiaba (eliminata ai playoff, conquistò da ripescata sul campo la promozione in A battendo alla Final Four di Montecatini il San Severo) con il pescarese Rajola in panchina, riuscì a riportare una squadra dannunziana in A a 33 anni di distanza dall'ultima apparizione. Le note vicende extracampo, poi, hanno estromesso dalla A2 i biancorossi e la città si è ritrovata con tre squadre in C Silver.

E cosa dire del calcio a cinque? Ora a Pescara giocano Acuqa&Sapone e Colormax, squadre originarie di altre città e che dopo un peregrinare in vari palazzetti della regione oggi hanno nel PalaRigopiano la propria casa. Ma quel palazzetto ha vissuto le grandi gesta del Pescara C5 targato Iannascoli, che in bacheca – fino a quando ha chiuso i battenti ad aprile 2018, con la stagione in corso di svolgimento – era riuscito a mettere uno scudetto, due coppe Italia, due Supercoppe Italiane e una Coppa Italia Under 21, allestendo anche una squadra femminile che poteva vincere il massimo campionato. C'erano Vanessa, ex Pallone d'Oro, ed altre fuoriclasse.

Era solo l'altro ieri, sembra passata già una vita. E in un mondo che consuma tutto alla velocità della luce, Pescara spera di tornare presto a sognare. 

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