Mammarella a 39 anni è ancora strepitoso: "La mia vita fuori dall'Abruzzo e lontano da casa"
Ha impiegato 49 minuti e 34 secondi effettivi per lasciare il suo primo segno tangibile nell’esperienza con l’Ecocity Genzano. Con un gol...
C’è chi col Vizietto ha ottenuto una candidatura per la miglior regia, migliore sceneggiatura non originale e migliori costumi, miglior film straniero, un National Board of Review Awards, un Premio César, un Golden Globe e un David Donatello. E chi con quel vizietto di segnare, ha reso la sua carriera già leggendaria di suo, epica. Stefano Mammarella ha impiegato 49 minuti e 34 secondi effettivi per lasciare il suo primo segno tangibile nell’esperienza con l’Ecocity Genzano.
Stefano, ci racconti il gol di Cosenza?
“Un’azione preparata in allenamento. Sapevamo che il Pirossigeno sarebbe uscito spesso fuori con il portiere, quando ho visto Del Ferraro avanzare, ho pensato, se mi arriva la palla calcio, il resto è istinto”.
Sei conosciuto in tutto il mondo, anche quello non proprio del futsal, per le tue parate. E invece...
“Almeno un gol a stagione lo segno sempre - ride - ma non ricordo da quante stagioni gioco a calcio a 5”.
Un gol storico con la maglia dell’Ecocity Genzano, il tuo primo con il club non abruzzese. Ma se ti sblocco un ricordo e ti riporto a Anversa 2014?
“Quello resta imparagonabile, ma per tanti motivi. Importante (e anche storico visto che segnò anche Michele Miarelli, l'altro portiere Azzurro ndr), dal peso maggiore perché in una partita decisiva da dentro o fuori, che ci spalancò le porte verso il successo all’Europeo. Inimitabile, perché nel giorno del mio compleanno davanti ai miei familiari venuti in Belgio a vedermi, Mattia era già nato…”.
Già, la famiglia. Uno dei motivi per cui sei rimasto sempre in Abruzzo, nonostante l’Asti è stato vicino dal prenderti, ma anche Portogallo e Spagna hanno provato a strapparti dalla tua cara terra.
“Non pensavo mai di lasciare l’Abruzzo, mi ero detto che non sarebbe mai successo. Poi sono accadute un po’ di cose, l’Ecocity Genzano mi ha fatto sentire importante accogliendomi a braccia aperte. Così ho deciso di varcare il mio confine, per scrivere un’altra storia”.
A quasi 40 anni ti sei rimesso in gioco. Com’è la vita lontano da Cepagatti, da Manuela, Mattia e Davide?
“È un’altra vita, diversa: quando giocavo in Abruzzo tornavo a casa, nel tempo libero stavo con la mia famiglia e aiutavo i miei familiari, adesso vivo con Richard e Caruso. Genzano però una bellissima città, qui sto bene, sono felice e a disposizione di una squadra e di una società ambiziosa, per vivere tutti insieme un sogno. Manuela e i bambini? Il fine settimana e quando possiamo, ci vediamo sempre. Anche loro sono fortissimi, si vede che Mattia e Davide hanno ripreso dalla mamma…”. DA DIVISIONE CALCIO A 5
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