A Ciccone il più importante premio del ciclismo italiano: per lui il Giglio d’Oro dalle mani di Moser
L'abruzzese è il volto del pedale tricolore
Giulio Ciccone a Barberino di Mugello ha ricevuto da Francesco Moser il prestigioso Giglio d’Oro, il più importante premio del ciclismo italiano. Un riconoscimento ideato da Saverio Carmagnini e Alfredo Martini nel 1974, e giunto così alla 52a edizione. Alla Gazzetta il campione abruzzese ha parlato anche del suo futuro: “La mia stagione è stata molto buona - dice Ciccone, accompagnato dalla moglie Annabruna -. Ogni anno è fatto di alti e bassi, c’è stata la caduta di Gorizia al Giro d’Italia che mi ha costretto al ritiro alla vigilia delle grandi montagne quando ero sicuro che avrei fatto molto bene, e momenti belli come il secondo posto alla Liegi e la vittoria nella Classica di San Sebastian. L’obiettivo è di ripetere il 2025 partendo subito bene, debuttando magari all’Uae Tour. Il mio sogno è vincere una classica Monumento, il mio sogno è la Liegi, e quel secondo posto alle spalle di Pogacar lo considero una vittoria. Nel 2026 correrò Giro d’Italia e Tour de France ma dichiaro già adesso che, qualsiasi corsa a tappe farò, non lotterò più per la classifica. Punterò a vincere le tappe e a fare quello che mi riesce meglio: attaccare anche da lontano, vincere i tapponi (è stato il miglior scalatore al Giro nel 2019 e al Tour nel 2023, ndr). Voglio anche indossare la maglia rosa che mi manca, ma ora voglio tornare a godermi le tappe e le corse, a divertirmi”.

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