Prima squadra

Latte Lath: "Vi racconto la mia storia"

L'ivoriano classe 1999 si racconta

03.08.2017 08:01

La storia di Emmanuel Latte Lath parte da lontano, lontanissimo. Da Anoumalo Marcory, Costa d’Avorio. E lui la racconta da Palena, dove è in ritiro con la sua nuova squadra, il Pescara. 

COSTA D'AVORIO - ITALIA, SOLO ANDATA - «Sono arrivato in Italia a 8 anni, mio padre era già qui e l’ho raggiunto. L’ambientamento è stato molto difficile, mi mancava la famiglia e, soprattutto, mio fratello. Ed ero abituato ad un altro modo di vivere, poi però mi sono integrato». A dargli una mano è arrivato un fedele amico, il pallone: «Ho iniziato in una squadra di Cremona, l’Esperia, non appena arrivai in Italia, ma giocavo per il piacere di farlo e non avrei mai pensato potesse diventare il mio lavoro», racconta. «Un giorno il direttore del club mi parla dell’interessamento dell’Atalanta, ma io non sapevo nemmeno che esistesse una squadra così. In Costa d’Avorio si guarda la Premier, non calcio italiano. Conoscevo il Milan, la Juve e l’Inter di nome ma non le altre squadre». Quel dirigente era Stefano Bonaccorso, responsabile dell’attività di base e scopritore anche di un certo Roberto Donadoni tanti anni fa. «Mio padre mi disse di provare e andò tutto bene, era il gennaio del 2010. Ho fatto tutta la trafila in nerazzurro rendendomi conto che davvero il settore giovanile dell’Atalanta è tra i migliori perché ti segue come persona prima ancora che come calciatore».

IDOLO E CARATTERISTICHE - Gli addetti ai lavori lo indicano come un mix tra il connazionale Gervinho, ex Roma, ed il nigeriano Oba Oba Martins, ex Inter, ma lui non ha come idolo un esterno ma un centravanti: «Didier Drogba senza dubbio», dice con gli occhi di chi sogna di ripercorrere le gesta del più forte calciatore che la Costa D’Avorio abbia mai avuto (LEGGI ANCHE QUI)

PESCARA, ZEMAN E GASPERINI -  Sorriso solare, occhi vispi ed idee chiare. Emmanuel Latte Lath guarda al futuro con fiducia ed ottimismo, ma sa che dovrà fare meraviglie a Pescara per tornare all’Atalanta da protagonista. «Il mio obiettivo è trovare il più ampio minutaggio possibile, nonostante ci sia molta concorrenza», dice da Palena, «anche quella del mio amico Capone. Fin da piccolo ho sempre giocato a destra, ma dallo scorso anno talvolta vengo impiegato a sinistra. Come convincerò il tecnico? Come ho sempre fatto, impegnandomi e facendomi trovare pronto quando il mister mi chiamerà in causa. Zeman è un allenatore da seguire, sa lavorare con i giovani e ci fornisce tanti consigli. Non è vero che parla poco come dicono. Per certi versi è simile a Gasperini», ovvero il tecnico che lo scorso anno lo ha lanciato a Bergamo. E che ritroverà dopo la stagione in riva all’Adriatico. «Ma con lui non ho parlato di questa mia nuova esperienza, non ne ho avuto modo. Ho scelto Pescara anche perché c’è proprio Zdenek Zeman, un allenatore che lavora tanto con gli attaccanti, specialmente con gli esterni come me», racconta l’imberbe Emmanuel. «Si sta formando un bel gruppo, molto unito anche se ci conosciamo da poco, si ride e si scherza tanto ma quando è il momento di lavorare facciamo le cose seriamente. Il ritiro sta andando nel migliore dei modi, anche se non mi aspettavo potesse essere così impegnativo, ho smaltito qualche piccolo fastidio legato ai sovraccarichi, cosa del tutto normale perché a livello giovanile non si fatica così». Pescara già gli piace: «Ho avuto modo di stare in città qualche giorno prima di partire per il ritiro e devo dire che mi piace già un sacco. Non ero mai stato in una città di mare prima».

IL FUTURO - sorriso solare, occhi vispi ed idee chiare. Emmanuel Latte Lath guarda al futuro con fiducia ed ottimismo, ma sa che dovrà fare meraviglie a Pescara per tornare all’Atalanta da protagonista. Ma per spiccare il volo nel calcio che conta deve preparare il decollo da Pescara

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