Prima squadra

Pescara spento, piatto e privo di idee: serve il "Piano B"

L'analisi

29.01.2019 00:04

Guardare il bicchiere mezzo pieno oppure mezzo vuoto? A voler sostenere la tesi del bicchiere mezzo pieno ci sono i numeri a dare conforto: striscia aperta di quattro risultati utili consecutivi, frutto di due vittorie e due pareggi (equamente distribuiti tra gare casalinghe e gare in trasferta) per un totale di 8 punti sugli ultimi 12 a disposizione. La Dea Bendata, assumendo le fattezze dei legni della porta di Fiorillo, ha mostrato il suo sorriso in questo inizio 2019, facendo portare a casa ai biancazzurri più di quanto mavessero meritato. Per quanto visto in campo contro Cremonese e Livorno, infatti, due punti sono oro colato. 

Ma proprio qui arrivano le note dolenti ed i capisaldi dei fautori del bicchiere mezzo vuoto. Si sono sciupate buone occasioni per tornare in vetta, o almeno accorciare sul Palermo, ma ciò che più preoccupa è quanto palesato in campo: Delfino contratto, piatto, appannato, privo di idee e praticamente mai pericoloso in 180 minuti. Il campanello d'allarme era suonato nell'amichevole contro il fano, che aveva fatto imbufalire mister Pillon. Non tanto per la sconfitta di misura (e in rimonta) contro quella che sostanzialmente è il Pescara B, ma per l'atteggiamento mostrato dai suoi ragazzi. "Così non si va da nessuna parte, il girone di ritorno è una battaglia continua", aveva sentenziato il tecnico da Preganziol. Vero, verissimo. E le prime due gare ufficiali del nuovo anno solare (e del girone di ritorno) lo hanno confermato in modo inequivocabile. 

Nella doppia, non memorabile performance del Pescara di certo hanno inciso i carichi di lavoro sostenuti durante la sota, ma questa annotazione da sola non può spiegare o giusticare delle prestazioni insufficienti, anche se con punti in dote. Probabilmente bisogna cambiare tatticamente qualcosa, il famoso "Piano B" chiesto da molti (Sebastiani in testa). Nonostante la grande abbondanza di esterni offensivi, forse è il caso di adottare qualche variante di modulo. Non solo a gara in corsa, ma ab initio. Quale? Ad esempio mettere un centrocampista dai piedi buoni in più e affiancare un'altra punta a Mancuso, che non può sempre e solo cantare e portare la croce contemporaneamente. Le ali, rapide e sguscianti, potrebbero essere l'arma letale da usare per spaccare la partita, nella ripresa. I discorsi tattici non sono di nostra competenza, Pillon non è uno sprovveduto e sa cosa deve fare. E come. Di certo, tuttavia, lascia un pochino perplessi la gestione di alcuni calciatori. Quali? Al di là degli strali del suo agente, che non giudiciamo, Machin nell'ultimo periodo (anche prima del giro di boa) è stato impiegato a singhiiozzo. E' vero che spesso è sembrato abulico e poco concentrato, ma è uno dei pochi in grado di accendere la luce. Probabilmente non come ala sinistra, ruolo nel quale è stato impiegato a sopresa contro la Cremonese penalizzando un altro elemento come Del Sole che non ha mai avuto una vera chance per mettersi in mostra. Pillon ha sostenuto che il baby juventino (a proposito: nei prossimi giorni potrebbe salutare tutti e andare via) si esprima meglio a destra (dove c'è Marras), ma probabilmente anche sull'out mancino avrebbe potuto dare un contributo utile alla causa. 

Qualcosa cambierà già da domenica, probabilmente, sperando che anche un mercato finora del tutto insufficiente possa incidere in positivo. Arriva il Brescia, un brutto cliente. 

Non erano tutti fenomeni prima e non sono tutti brocchi adesso. La classifica è ancora più che positiva e non si deve gridale allo scandalo per due partite giocate male ma che hanno comunque portato punti. Adesso però si inizia a fare sul serio. Vietato sbagliare 

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