Prima squadra

Palladini racconta il suo Delfino: "Momenti bellissimi, ma anche delusioni"

Dal Messaggero ed. Abruzzo (versione integrale, non completamente pubblicata sul quotidiano)

02.05.2020 07:45

Ci sono storie, volti e nomi che non si dimenticano. Quella di Ottavio Palladini all’Adriatico è una di queste. Dieci campionati con il Pescara, inframezzati da una parentesi a Vicenza, due campionati vinti e il record di presenze, al momento imbattibile per tutti, da quindici anni a questa parte. Uno dei capitani più amati della storia biancazzurra, 48 anni, passa le sue giornate nella tabaccheria di famiglia, nel centro di San Benedetto del Tronto, rivedendo in questo periodo di stop al calcio le partite in serie A del ‘92/’93 e altri momenti esaltanti della sua carriera, come il salto in B del 2003.

“Il calcio? Penso che sia giusto non ripartire – dice il vecchio idolo dei pescaresi – . Si dicono tante cose, ma ci sono poche certezze. Il protocollo per me è attuabile solo dalle squadre di A, in B pochi possono permetterselo. I costi sono esagerati. Della C e della D non ne parliamo, penso che non ripartiranno. Prima di tutto viene la salute, la situazione al momento non è facile da gestire”. Il coronavirus ha interrotto la sua stagione: Palladini allena l’Under 13 Nazionale della Sambenedettese, i giovani delle annate 2007 e 2008. Un ritorno al passato dopo l’ultima esperienza in serie D alla guida della Pro Vasto e quella in C al Teramo. “Sono il responsabile della scuola calcio e alleno i ragazzini. E’ bello, stimolante, loro apprendono subito. Un piacere. Mi auguro che il calcio riparta dai nostri giovani e dalle strutture. Anche in Lega Pro, ma io dico anche in serie D, tutti dovrebbero avere un centro sportivo e la Federcalcio deve far sì che ogni società possa averlo, con aiuti e agevolazioni. Così potranno crescere giovani interessanti, che aiuteranno le piccole, ma alla lunga anche le big della serie A: dovrebbero essere le prime a puntare sui ragazzi dei vivai. All’estero sono avanti anni luce rispetto a noi. E’ il momento di rifondare tutto”.

L'ex capitano di mille battaglie conosce bene la realtà del Pescara: “Ha una struttura importante, forse solo da completare. Ha un convitto e hotel vicino al centro sportivo: parte avvantaggiato in questo momento difficile. Ai miei tempi non era così e si girava per i campi della provincia per poter fare allenamento...”. Con 322 partite in dieci anni di Pescara è il giocatore con più presenze della storia del Delfino. Il quinto marcatore di tutti i tempi con 48 gol (6 in A). “Quanti momenti bellissimi. Ma anche delusioni, come qualche retrocessione inaspettata. Le partite? Le vittorie contro Juve e Napoli in serie A e la finale per la promozione in B contro il Martinafranca”. Dal 2004 non ci sono più bandiere come Palladini all'Adriatico. “Ora c'è Fiorillo, che ha anche un ruolo particolare e “longevo”: è lì da sei anni e, se continuerà così, supererà il mi record e quello di altri (il portiere è al sesto campionato con 158 partite, ndc). Glielo auguro di tutto cuore. Trovare bandiere è difficile, ci sono tanti interessi oggi: procuratori, contratti…”. Dei giocatori recenti, chi le somiglia per caratteristiche tecniche e temperamentali: “Mi è sempre piaciuto Memushaj, uno che sa abbinare la quantità e la qualità. Con il gol facile. Io ho segnato quasi cinquanta gol in dieci anni. Una delle mie doti principali è sempre stata quella di inserirmi senza palla, arrivavo facilmente al tiro”.

Il nipote Mattia era nelle giovanili del Pescara, ma dopo quattro stagioni è stato svincolato. Il figlio Alessio era al Teramo. Ora sono entrambi in D, alla Sangiustese. I tifosi non rivedranno un Palladini correre ed esultare all'Adriatico nei prossimi anni? "Ognuno fa il suo percorso, non sono affatto deluso. Per Mattia forse siamo un po’ dispiaciuti perché il Pescara l’ha svincolato, ma è un giocatore di grosse qualità. Che forse deve crescere in cattiveria, ma tecnicamente, per quello che ho visto, ha doti eccelse, tanto che Inter e Atalanta l'hanno seguito e la Samp stava per prenderlo. Il Pescara è stato tempestivo a prenderlo, ma non basta la qualità nel calcio di oggi e dovrà capirlo. Mi saprebbe piaciuto vederlo ancora in biancazzurro. Magari ci arriverà, passando da altre vie e facendo la gavetta...”.

FONTE: IL MESSAGGERO ED. ABRUZZO 

Commenti

Studio sulle panchine della Serie B: tutti i dati
Sebastiani: "La Lega B vuole continuare il campionato, ma.."