Prima squadra

Alla ricerca di un sussulto d'orgoglio. E di altro

Domenica prossima ad Ascoli urge reazione convincente

29.09.2019 00:39

Senza idee, senza gioco, senza carattere e senza nerbo: caro Pescara, così non va proprio. La gara con il Crotone, al di là del pesante e meritato passivo accusato, fa suonare il campanello d'allarme: dopo 6 giornate il nuovo Pescara non ha una precisa fisionomia ed una vera identità. E la debacle interna non è solo un incidente di percorso, ma la conferma che il processo di crescita della squadra è ben lungi dall'essere a buon punto. Anche nella vittoria con il Cosenza e nel pari con l'Entella, infatti, il gioco aveva palesato evidenti limiti e la squadra, nel suo complesso, parecchie lacune. Perchè?

Siamo ancora ad inizio torneo, d'accordo, e dunque funerali anticipati e processi prematuri sono del tutto inopportuni ma la situazione non va sottovalutata. Ed è figlia in primis di un mercato certamente negativo, contraddittorio e non di primo piano. Tanti doppioni in alcuni ruoli, pochi interpreti in altri e, nel complesso, tanti buoni giocatori (presi singolarmente) ma probabilmente nessun top player per la categoria, uno di quelli che fa la differenza. Gli infortuni, poi, non hanno di certo aiutato avendo colpito due tra i nuovi arrivati più importanti e che avevano iniziato bene la stagione (Tumminello e Palmiero). C'è poi l'aspetto tecnico-tattico da valutare, con il giovane Zauri che probabilmente sta faticando più del previsto a dare la sua impronta alla squadra. Non ha l'esperienza di Pillon, in grado di tirare fuori il massimo dal materiale a disposizione che ha, ma ha ampi margini di miglioramento nella lettura delle partite e nella preparazione delle stesse. Troppo presto per bocciarlo, sarebbe di certo ingenerosa una stroncatura. Se si punta su un novizio bisogna anche dargli tempo di lavorare. E di farlo per davvero, al meglio. Ma le critiche ci stanno, sono legittime e non preconcette. Servono come sprone e come spunto di riflessione.

Ciò che stupisce maggiormente è che, partendo dal lavoro del predecessore, la squadra di Zauri abbia smarrito alcune certezze pregresse (ad esempio la difesa incassa troppi gol) e non ha incrementato la qualità di un modulo che anche i nuovi interpreti conoscono bene (il 4-3-3). Probabilmente si virerà presto su un altro assetto, più congeniale alle caratteristiche degli uomini a disposizione, e la sosta per le Nazionali in tal senso aiuterà. 

Ma prima del nuovo stop del campionato c'è la gara di Ascoli da affrontare. E sarà necessario non sfigurare, per mille motivi: ambientali, di classifica, di morale. E forse più dei tre punti, che comunque iniziano a pesare, sarà importante il contenuto della prestazione. Serve una prova d'orgoglio, un sussulto di dignità per dare un segnale forte e chiaro. Al campionato, ma soprattutto alla piazza. E forse a se stessi...

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