Prima squadra

Pescara-Crotone 2-1, le pagelle dei biancazzurri

Mancuso one-man show, sorpresa Marras

26.09.2018 07:24

A CURA DI DANIELE BERARDI 

Terza vittoria consecutiva tra le mura amiche per il Pescara targato Bepi Pillon. All'Adriatico va in scena il big match contro un Crotone propositivo e ben messo in campo, ma con le polveri bagnate nel momento clou. Grande partita degli abruzzesi, che pungono in ripartenza con l'ex Samb, protagonista assoluto della gara. Bene la difesa con Gravillon e Campagnaro. Machin e Brugman sprizzano qualità da tutti i pori.

Fiorillo 6: il Crotone cinge d'assedio l'area biancazzurra in qualche occasione, concretizzando tuttavia molto poco rispetto a quanto proposto. L'estremo difensore genovese si disimpegna bene nelle poche occasioni in cui è chiamato in causa seriamente. Capitola clamorosamente sull'eurogol di Benali, ma la super giocata del centrocampista libico è roba d'alta scuola. Ci penserà Mancuso a togliere le castagne dal fuoco.

Balzano 6: partita di grandissima quantità, spesa al cospetto di un Firenze propositivo ma poco ficcante. Trova tempo e modo di proporsi in sovrapposizioni puntuali ma non decisive. Esce dal campo stremato dopo aver dato tutto. (dal 75' Ciofani 6: sostituisce un Balzano davvero esausto e rimpolpa copertura e aggressività dalle sue parti. Aggiunge centimetri e fisicità quando il Crotone comincia ad alzare i palloni portando in area le sue torri d'assedio. Soffre ma resiste assieme ai suoi compagni nel finale di gara).

Gravillon 6,5: partita davvero mastodontica del centrale scuola Inter. Fronteggia Budimir e Simy senza tirarsi indietro. Guarda occhi negli occhi gli avanti calabresi quando il Crotone si avvicina minaccioso a Fiorillo, ma non cede di un millimetro respingendo a pugni chiusi gli assalti degli “Stroppa boys”. Altra piacevole conferma in questo avvio di stagione da applausi.

Campagnaro 6,5: i problemi fisici, l'età che avanza e quella freschezza atletica che sembra ormai un lontano ricordo. Tutto frantumato per novanta minuti. Quando viene chiamato in causa il centrale argentino non c'è n'è per nessuno. Prestazione da far vedere e rivedere alle nuove generazioni di difensori.

Del Grosso 6,5: sembra incapace di sbagliare una partita. Preciso, concreto, frizzante e assolutamente pragmatico. Tutte qualità imprescindibili per il suo ruolo. Argina Faraoni senza troppi problemi, soffrendo soltanto i movimenti ad allargarsi di Stoian e Budimir a turno. Trova il modo di spingere con sagacia e acume, senza tuttavia lasciare il segno. Promosso a pieni voti, ma non è una novità.

Brugman 7: faro, cuore e anima del centrocampo biancazzurro. I duetti con Machin sono roba d'altri tempi, ma ciò che sorprende è l'efficacia in fase d'interdizione. Se il Pescara riesce a mantenersi corto e compatto è soprattutto merito suo.

Memushaj 6,5: tanto lavoro oscuro a mordere le caviglie degli avversari. Ruba diversi palloni coadiuvando egregiamente entrambe le fasi. Poco appariscente rispetto ad altre serate, ma la prestazione resta assolutamente positiva.

Machin 6,5: il ragazzo ha la stoffa del fuoriclasse con giocate a tratti incomprensibili per i comuni mortali. Sembra camminare sulle acque in alcune occasioni, salvo poi affondare burlescamente in errori banali e superficiali. Perde qualche pallone di troppo facendo infuriare Pillon, ma nel complesso dipinge calcio in ripartenza e in uscita. Recita un ruolo da protagonista in un centrocampo di mostri sacri come quello biancazzurro.  

Mancuso 8: chapeau! Giù il cappello, inchino e piroetta per questo ragazzo che sembra aver ritrovato la brillantezza di un tempo. Sfodera i colpi migliori del suo repertorio dando sfogo alla propria voglia di lasciare il segno. In occasione del primo gol, trasforma in oro un rinvio maldestro di Festa intercettato da Memushaj. La seconda rete è probabilmente la più importante, soprattutto dopo il pareggio spezza-gambe di Benali. Illude Cuomo e silura di nuovo il portiere ospite con un mancino al tritolo. Dopo Immobile, Lapadula e altri illustri predecessori, il Pescara potrebbe aver trovato una nuova miniera d'oro.

Antonucci 5,5: unica nota fuori dal coro nella serata di gala dell'Adriatico. Non riesce ad incidere come vorrebbe, complice un gap fisico evidente con gli avversari di giornata. Si perde in frivolezze e “ghirigori”, mostrandosi comunque attento e partecipativo in fase di non possesso. Avrà tempo e modo di rifarsi. (dal 77' Crecco 6: esordio stagionale per l'esterno di fascia scuola Lazio. Dà respiro al deludente Antonucci aggiungendo quantità alla corsia mancina. Supporta Del Grosso in copertura. Partecipa anche lui (per uno spezzone) ad una serata di gloria).

Marras 6,5: mezzo voto in meno per l'occasione fallita a tu per tu con Festa. Ma anch'essa giunta al termine dell'ennesima sgroppata da centometrista sulla fascia. Lontano parente del calciatore timido e impacciato sceso in campo nelle prime partite. Può rivelarsi un'arma letale per aprire le difese avversarie da qui in avanti, soprattutto se riuscirà ad incidere maggiormente sotto porta. (dall'89' Perrotta s.v.)

Pillon 7: la squadra è ben messa in campo e rispecchia il carattere del suo allenatore. Corta, compatta, coesa e arcigna. Il tecnico di Preganziol aveva preparato la partita cercando di ripartire velocemente col trio d'attacco e il canovaccio viene rispettato alla perfezione. Il jolly pescato dall'ex Benali rischia di rovinare i piani. Ma dopo aver riportato Mancuso nel suo ruolo naturale, questo Pescara non si pone limiti. 

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