Prima squadra

Zanon: "Il Pescara può giocarsela fino alla fine, può essere la vera sorpresa"

"Pescara mi è rimasta dentro. E..."

05.10.2018 07:28

Un doppio ex del tutto particolare per Pescara-Benevento. E' Damiano Zanon, terzino che in biancazzurro è stato protagonista della scalata dalla C alla A, prima di trasferirsi in Campania. Ha milytato, infatti, anche in giallorosso per 6 mesi proprio l’anno dopo la fine della sua esperienza col Delfino. Attualmente svincolato, da abruzzese segue con interesse le vicende del suo vecchio club.

«Pescara mi è rimasta dentro. La squadra mi ha fatto un’ottima impressione, è quadrata e ben messa in campo, tosta da affrontare. Ad inizio stagione se ne è parlato poco del Pescara in chiave promozione, ma essere partiti a fari spenti e senza troppe pressioni può essere positivo in un campionato a 19 squadre che sarà anche più difficile rispetto al consueto. Il Pescara per me se la potrà giocare fino alla fine almeno per un posto nei playoff. Può essere la vera sorpresa del campionato. Il Benevento è forse la squadra più forte del campionato, insieme a Verona e Cremonese. Il Palermo lo vedo dietro, anche se ora c’è Stellone che è molto bravo. Il Benevento ha una società di spessore, un grande presidente, tanti ottimi giocatori ed un bravo allenatore: credo abbia tutte le carte in regola per primeggiare».

Ha avuto, proprio a Pescara, Cristian Bucchi, attuale tecnico campano, prima come compagno e poi come allenatore: che ricordi ha? «Da calciatore arrivò dopo un paio di stagioni difficili a causa di infortuni, ma era estremamente serio e professionale. E già si vedeva che era portato al ruolo di allenatore, per tutti i compagni aveva una parola buona e un consiglio nei momenti difficili. Non fui sorpreso di ritrovarmelo allenatore un anno e mezzo dopo, ereditò una squadra praticamente già retrocessa ma si vedeva che aveva una grande fame di arrivare e una grande voglia di crescere. Ci guidò nelle ultime 11 partite del campionato, facemmo un solo punto, all’Olimpico contro la Roma, 1-1 con gol di Caprari, ma già si intuiva che era un grande tattico ed un ottimo motivatore. Aveva grandi qualità, ma era chiaro che in quella situazione non potesse farle vedere. Nel corso degli anni è migliorato molto, facendo esperienza in C e in B, e affrontandolo da avversario ho notato una crescita. Si vede che ha studiato tanto, un po’ come fece Di Francesco quando andò via da Pescara. Al primo anno a Lecce non gli andò benissimo, ma ha continuato a studiare e ad aggiornarsi, ad esempio lo ricordo spesso al Poggio a vedere gli allenamenti del Pescara di Zeman. Ed ora sappiamo tutti dove allena»

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