Prima squadra

Tocca a Kanouté: "Mi sento in forma e..."

Brugman squalificato, l'ex Juve in regia a Livorno

26.01.2019 12:22

Bepi Pillon è stato chiaro: a Livorno tocca a Kanoutè sostituire lo squalificato Brugman. L'ex Juve è pronto a prendere per mano il Pescara in terra di Toscana e il centrocampista ne ha parlato alla diretta Facebook de Il Centro.

Ecco le principali dichiarazioni di Kanoutè rilasciate al quotidiano abruzzese:

«Sì, se Pillon deciderà di farmi giocare non mi farò trovare impreparato. Uno dei meriti del nostro allenatore è di tenere tutti “sul pezzo”, così chiunque scende in campo dà il massimo. Finora non ho avuto tante opportunità, anche a causa dell’infortunio (frattura della clavicola, ndr), ma ora sono guarito e mi sento in form. Il Rapporto col mister? C’è un bel feeling. Mi dà tanti consigli, sento la sua fiducia. Se non gioco dall’inizio, spesso mi fa entrare e cerco di rendermi utile. Questo è il mio secondo campionato di serie B e mi auguro di fare il salto di qualità. So di ricoprire un ruolo delicato, devo restare concentrato, perché se perdo la palla in quella posizione si può creare una situazione di pericolo per la squadra. Credo alla A? Sì, siamo un bel gruppo e abbiamo dimostrato di potercela giocare con tutti. Le avversarie più temibili sono Palermo, Benevento e Verona che hanno qualcosa in più in termini di esperienza, però i valori tecnici si equivalgono. C’è molto equilibrio in questa categoria. Devo prendere la patente di guida, ci ho provato l’anno scorso, poi ho lasciato perdere. Devo tornarci, agli allenamenti mi porta Machìn, che abita vicino casa mia. Vi prometto che in caso di promozione in A festeggerò alla guida di un’automobile sventolando una bandiera biancazzurra».

Il rapporto con Zeman l'anno scorso: «Parlava poco e se facevi una buona gara non te lo diceva. Non è un allenatore che ama coccolare i calciatori, diciamo che non ci siamo presi e a gennaio sono andato all’Ascoli di Serse Cosmi, un grande motivatore. Però l’allenatore a cui mi sento più legato è Fabio Grosso, forse perché l’ho avuto per più tempo rispetto agli altri. Mi ha aiutato tanto, è come un padre per me. Dice in faccia quello che pensa e se si arrabbia dopo un po’ gli passa, non è una persona che porta rancore». 

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