Prima squadra

Leo Mancuso: il Callejon biancazzurro vuole un Pescara rock

Ha come idolo Baggio e spera di ripercorrere le orme di Lapadula

06.11.2017 00:26

Leonardo Mancuso come Gianluca Lapadula? Certamente non come ruolo, è cosa ovvia e nota a tutti, ma i due hanno più punti di contatto. Il primo, le caterve di gol segnate in Lega Pro nell'annata precedente allo sbarco al Pescara. Il secondo, l'amore per la musica. E, come Lapagol anni fa, anche Mancuso vuole un Pescara rock.

La punta ex Samb si è raccontato nei giorni scorsi al quotidiano Il Centro e noi vi riproponiamo gli estratti salienti del suo racconto per farvi conoscere meglio uno dei nuovi gioielli di ZZ.

L'INFANZIA E LA FAMIGLIA -  «Sono maturato tanto. Da ragazzino ero molto, troppo, vivace. Ho dato del filo da torcere ai miei genitori. Vi racconto questa. Giocavo a tennis, avevo 6 anni, e, dopo una sconfitta in un torneo, ho lanciato la racchetta in campo, contro il tendone, e sono scappato via. Mia madre mi ha rincorso disperata. Quanto è stata importante la mia famiglia ? Tantissimo. Mia madre è una maestra di scuola elementare, mio padre, invece, fa l’impiegato in una ditta vicino a casa. Poi c’è mia sorella, Arianna, che vive a Fano. È più grande di me ed è una biologa marina. Mi sono diplomato, sono geometra, ma ho sempre fatto il minimo indispensabile a scuola. Il diploma era il mio obiettivo per regalare una gioia ai miei genitori, che hanno sempre fatto tanti sacrifici per me. Il valore più importante che mi hanno trasmesso i genitori? L’onestà».

LA MUSICA E LA PESCA - «Mio padre mi ha trasmesso questa passione. Lui ha sempre suonato la chitarra e, poi, qualche anno fa, ho iniziato a suonarla anch’io, da autodidatta. La pesca? Abito in campagna, a Lacchiarella, e lì ci sono diversi canali e laghetti dove pescare. È una passione che ho da tempo e anche qui ho visto che ci sono posti per andare a pescare, tipo al molo di Ortona»

BAGGIO, LAPAGOL E CALLEJON - «Il mio idolo è Roberto Baggio. In questo momento mi piace molto Callejon del Napoli, soprattutto per i movimenti che fa. No, assolutamente non mi sento l'erede di Lapadula. Abbiamo caratteristiche diverse. Lui ha fatto delle cose straordinarie qui, io cercherò solo di dare tutto me stesso»

LA GAVETTA -  «Il Milan mi ha insegnato tanto. Mi ha formato come persona, inculcandomi la cultura del lavoro. Dopo le giovanili con il Milan mi sono rimesso in gioco tra i dilettanti, nel Pizzighettone, e ho avuto la caparbietà per tornare in alto. È stata dura, ma ci sono riuscito, e non ho mai pensato di gettare la spugna. Sono migliorato negli anni. A 18 anni tanti miei ex compagni giocavano già in serie B, mentre io ho impiegato più tempo. La Samb? Arrivavo da una stagione anonima a Catanzaro e non avevo mercato. Mi sono allenato da solo, durante l’estate, in una palestra vicino a casa e poi al campo sportivo del mio paese. È stata dura, e poi sono andato a San Benedetto, ad agosto inoltrato. Non ho mai mollato, mai trovato alibi e alla fine è andata bene. Sto raccogliendo quello che ho seminato. L’anno scorso ho fatto di tutto per prendermi la scena. Sono orgoglioso del mio percorso»

IL PESCARA E ZEMAN - «Questo è un Pescara rock? Lo può diventare. Sì, col tempo, può diventare un Pescara scatenato. Per me questa è una grande occasione. Sto giocando in un club prestigioso e ho la fortuna di avere un tecnico come lui. Zeman, specie per gli attaccanti, è un vero maestro. Osservo molto il suo modo di fare. Parla poco, mi piace molto. Ogni cosa che dice non è mai banale e cerca sempre di stimolarti, toccando le corde giuste.  Il Pescara può andare in serie A? Se ci crede, può andare in serie A. Il mio obiettivo personale? Voglio dare il massimo. Non solo a livello personale, ma di squadra, mettendomi a disposizione per raggiungere dei risultati. Pescara è una città bella. C’è il mare e mi trovo bene».».

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