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Junior: "Il Delfino nel cuore. Il biancazzurro è la mia seconda pelle"

La bella intervista rilasciata nei giorni scorsi a Il Centro

27.08.2019 00:39

Nei giorni scorsi, come noto, Leo Junior è tornato a Pescara. Il suo legame con la città dannunziana è fortissimo ed indissolubile. Ed ogni volta è una vera festa. Per tutti.

In occasione della sua ultima sortita pescarese, il fuoriclasse brasiliano ha rilasciato una bella intervista a Il Centro. Ecco parte delle dichiarazioni rilasciate al collega Luigi Di Marzio per il quotidiano abruzzese

Junior, ha la saudade di Pescara?
«Pescara è la mia seconda casa (ride, ndr). Qui sto bene, ho vissuto due stagioni molto belle. Ho trovato tanti amici, come Peppino Baldacci, che è mio amico fraterno e ha battezzato anche mia figlia. Il posto mi piace, adoro la tranquillità e la gente che ci vive. Qui sono trattato allo stesso modo di come vengo considerato a Rio de Janeiro. Mi vogliono bene e io ne voglio ai pescaresi».
Si sente il giocatore più rappresentativo della storia del Pescara?
«Qui sono stato da Dio e mi fa piacere che mi identifichino come un giocatore simbolo. A Pescara ho comprato casa e l’ho avuta per 13 anni fin quando i miei figli non sono diventati grandi. Ho un legame viscerale con questa piazza».

Come fece il Pescara a ingaggiarla nel 1987?
«Tutto merito di Vincenzo Marinelli (storico dirigente del Delfino e della Nazionale under 21, attuale presidente onorario del Pescara, ndr) che parlò con Luciano Nizzola, ex dirigente del Torino, chiedendo la mia disponibilità. Avevo qualche problema con Gigi Radice (compianto ex tecnico granata, ndr) e nell’estate del 1987 arrivò la proposta del Pescara. Mi informai e tutti parlarono bene della città e dell’ambiente. Così, dopo tre anni a Torino, decisi di spostarmi. Ebbi il desiderio di rimettermi in discussione con una nuova sfida, mi sono mosso sempre così nella vita. Potevo tornare al Flamengo, invece scelsi Pescara».
Di Giovanni Galeone che cosa sapeva?
«Me ne aveva parlato Zico, che l’aveva avuto come vice allenatore all’Udinese. Mi raccontò che era una persona eccezionale sotto tutti i punti di vista».

Il ricordo più bello che ha della sua esperienza a Pescara?
«La vittoria per 2-0 sulla Juve nel 1988. Segnammo io e Rocco Pagano. Quella partita fu straordinaria».
Dei suoi vecchi compagni di squadra con chi è più legato?
«Gigi Ciarlantini (ex difensore, ndr), sicuramente. Siamo rimasti grandi amici e spesso vado a trovarlo. Pensi che suo nipote si chiama Luigi Junior Ciarlantini in mio onore. Ma anche con Gian Piero Gasperini ho ancora un grande rapporto ed è anche venuto a trovarmi a Rio. Gasperini è stato un grande compagno di squadra. Ricordo che quando arrivai a Pescara, lui mi disse che non poteva tenere la fascia di capitano e per rispetto me la diede. Fu una cosa bellissima».

Il Pescara lo segue ancora?
«Certo, sempre. Quest’anno però sarà un po’ difficile perché non so se riuscirò a vederlo perché spesso le partite si giocano mentre io lavoro con la tv. Faccio da anni il commentatore per Rete Globo. L’anno scorso ho fatto il tifo quando i biancazzurri sono andati ai play off. Speravo nella serie A».

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