Prima squadra

Il miglior alleato del Pescara? La pazienza

Il punto dopo la prima

27.09.2020 00:22

Le premesse sono doverose. 1 - Il Pescara (come il Chievo) era largamente incompleto. 2 - I biancazzurri (come il Chievo) sono ancora un cantiere aperto. 3 - Il pochissimo tempo tra fine playout ed inizio nuova stagione non ha permesso un precampionato vero ed allenante in termini di amichevoli (il Chievo, invece, per motivi legati al Covid era praticamente al primo test).

Detto questo, al netto dello 0-0, le premesse della stagione sembrano abbastanza incoraggianti. Difficilmente, a giudicare almeno dai primi 90 minuti, si soffrirà fino all'ultimo istante per l'obiettivo minimo (la salvezza). Se il buongiorno si vede dal mattino, insomma, non sarà una giornata di pioggia torrenziale. Forse non di solleone perpetuo, ma di certo ci sarà da divertirsi. Il mercato sta entrando nelle battute finali e per ora il Pescara si è mosso bene (certo, tantissimi prestiti come sempre e pochissimissimi investimenti, ma in era Covid probabilmente non era facile fare diversamente, se anche le big di A hanno poco cash da investire) ma mancano ancora dei tasselli. La speranza è che arrivino, siano quelli giusti e che non vadano a colmare lacune di cessioni importanti al rush finale.

In campo, è già comunque percepibile la mano di Oddo. Il Pescara è partito bene e ha chiuso avanti il match, in mezzo tanto Chievo con un super Fiorillo a mantenere immacolata la porta: manca la continuità, ma in questo fragente è del tutto naturale e fisiologico.

Ciò che conta sono l'idea di gioco, la personalità e l'impostazione che si sono viste. Difesa tendenzialmente alta, benchè traballante, terzini abili nella spinta ma attenti, anche se con aspetti da migliorare, nelle diagonali, fraseggio e capacità di tenere il possesso - con Valdifiori geometra e architetto, senza disdegnare talvolta di fare l'operaio - con le due mezzali a dare equilibrio e dinamismo, pressione il più possibile alta per la riconquista del pallone e poi avanti la fantasia e i colpi (pochi ieri in verità) dei due trequartisti alle spalle della prima punta, senza dimenticare azioni manovrate e frutto dell'esercizio quotidiano: fatte le debite proporzioni, il Pescara dell'Oddo bis appare per molti versi simili a quello dell'Oddo prima versione. 

Ovviamente la strada è lunga, lunghissima e c'è tanto su cui lavorare e da migliorare ma come debutto non è stato male. La pazienza (di tutti) è il miglior alleato del nuovo Pescara, che resta con il cartello "work in progess" in bella vista sull'uscio di casa. Ma con una sosta già tra la seconda e la quarta giornata e qualche sorriso in più (da parte di tutti) si può pensare di andare lontano, anche in una serie B che appare anche quest'anno molto competitiva

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