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Ecco l'esito dell'ispezione amministrativa sui bilanci del club

Depositata la relazione dell'Ispettore dott. Massimo Mancinelli

07.03.2018 08:47

Consta di decine di pagine (65 più gli allegati) la relazione circa l'Ispezione dell'amministrazione della società Delfino Pescara 1936 s.p.a. ai sensi dell'art 2.409, comma 2, c.c., disposta dal Tribunale Ordinario di L'Aquila ed affidata all'Ispettore dott. Massimo Mancinelli. Il socio richiedente/ricorrente è la Cimmav S.r.l., socio di minoranza del club. Sotto la lente d'ingrandimento i bilanci 2015 e 2016 del club, con i 12 punti contestati dall'ex a.d. e attuale socio di minoranza Danilo Iannascoli. 

Alla stesura della relazione, l'Ispettore Mancinelli è arrivato dopo un lungo iter, iniziato ad inizio agosto 2017 e terminato a fine febbraio, dopo contraddittorio tra le parti, rappresentate da legali e consulenti (per parte Cimmav: gli avvocati Sanvitale e Di Bartolomeo e C.T.P. Roberto Costantini), che hanno presentato anche memorie molto articolate, ed acquisizione di documenti utili. Il documento va a sostegno di quasi tutte le eccezioni sollevate dalla parte Ricorrente.

L'esperto, in particolare, si sofferma sui conti al 30 giugno 2015, contestato per 5 punti. Tra questi, l' "illegittima iscrizione di inesistenti/inesigibili crediti per imposte anticipate per un importo di 3 milioni e 358 milioni di euro": l'Ispettore parla di "indebita permanenza" di tale somma nel bilancio chiuso al 30-06-2015. "Ciò in quanto la società ha basato tale iscrizione su un conto economico previsionale che già al momento di approvazione del bilancio veniva smentito dai fatti", si legge, "per tale esercizio la società aveva previsto di conseguire un utile di 0,6 milioni di euro mentre il bilancio approvato ha invece mostrato una perdita di 4,7 milioni di euro". Tale situazione, sempre secondo l'esperto, fa sorgere "dubbi significativi sulla stessa continuità aziendale tant'è che se non fosse intervenuta la ricapitalizzazione della società, questa non avrebbe avuto nessuna possibilità di sopravvivenza".

Anche altre voci contestate ("emersione di equivoche operazioni per contanti prive di giustificazione", "giroconto emissione omaggi", "omessa rilevazione del debito verso il Club Evingado" relativa al diritto di esercitare l'opzione di acqusito di Quintero, "illegittima iscrizione di crediti per imposte anticipate considerati integralmente recuperabili entro l'esercizio") sono state esaminate a fondo e passeranno al vaglio del Tribunale. La conclusione dell'Ispettore è che se tre punti su 5 analizzati fosero stati trattati correttamente, "la perdita dell'esercizio al 30 giugno 2015 sarebbe passata da euro 4.691.811,00 ad euro 9.841.183, 76".

Circa il bilancio al 30 giugno 2016, invece, sono 7 i punti contestati dalla parte ricorrente. Nessuna irregolarità ravvisata nella cessione a titolo definitivo di Caprari all'Inter, siglata al 30-06 nonostante tesseramento al 3 luglio. Ma il C.T.U. sostiene che sui 7 punti presi in considerazione "cinque di essi, se trattati correttamente, avrebbero avuto un riflesso diretto sul bilancio dell'esercizio chiuso al 30 giugno 2016 cagionando un incremento di euro 4.318.165,96 della relativa perdita che passerebbe da euro 720.708,00 ad euro 5.038.864,96".

La dettagliata consulenza tecnina richiesta dal Tribunale avrà un nuovo step giudiziario per accertare eventuali reati. Gli argomenti passeranno ora al vaglio del Tribunale delle Imprese. Entro un mese il giudice dovrebbe convocare l'udienza

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